Chiatta maledetta,
il recupero
ha fatto flop

di Luciano Scarpetta
Un ribollire di schiuma davanti al Casinò di Gardone Riviera: la chiatta non vuole proprio riemergereIl barcone affondato aveva lesionato le tubature fognarie sommerse
Un ribollire di schiuma davanti al Casinò di Gardone Riviera: la chiatta non vuole proprio riemergereIl barcone affondato aveva lesionato le tubature fognarie sommerse
Un ribollire di schiuma davanti al Casinò di Gardone Riviera: la chiatta non vuole proprio riemergereIl barcone affondato aveva lesionato le tubature fognarie sommerse
Un ribollire di schiuma davanti al Casinò di Gardone Riviera: la chiatta non vuole proprio riemergereIl barcone affondato aveva lesionato le tubature fognarie sommerse

Diavolo di un barcone: non ne vuole proprio sapere di riemergere la chiatta affondata in novembre a Gardoine Riviera, centrando in pieno la condotta fognaria sommersa e facendo sfiorare un grave disastro ecologico.

PROPRIO IERI doveva essere il grande giorno del recupero, ma qualcosa è andato sorto, bisogna riprovare. Verranno completate, si spera stamattina, le operazioni di recupero. Non hanno avuto esito positivo infatti, i due tentativi effettuati ieri pomeriggio per far riaffiorare il relitto a pelo d’acqua. In entrambi i casi lo scoppio di uno dei palloni di sollevamento ha provocato il piegamento del natante obbligando i sommozzatori a ripetere la manovra. Tutto aveva filato alla perfezione fino a mezzogiorno, quando la chiatta dopo il terzo e penultimo step, era stata posizionata a soli 3,5 metri dalla superficie (a prua) e 8 metri a poppa a una distanza dalla riva di 15 metri. Nel pomeriggio i sommozzatori sono nuovamente entrati in acqua per l’ultima immersione, che avrebbe dovuto far riaffiorare definitivamente la bettolina. Posizionati i palloni di sollevamento, al momento dell’emersione, poco prima delle 15, è però accaduto l’imprevisto: nella risalita uno dei palloni si è squarciato entrando in contatto con un pezzo di lamiera del barcone facendolo sollevare in modo errato. Dopo la sostituzione, tutti e 15 i palloni (circa 27mila litri d’aria complessivi) sono stati sgonfiati e i sub hanno dovuto ripetere le operazioni in acqua, ricalibrando i posizionamenti. Alle 16.15 il secondo via alla risalita, ma anche in questo caso l’imprevisto era nuovamente in agguato. Un altro pallone ha ceduto scoppiando improvvisamente.

GIORNATA PERSA. Si ricomincia questa mattina alle 9. Ad assistere alle operazioni sul molo del porto c’erano anche un paio di spettatori interessati di Acque Bresciane (ex Garda Uno), nella fattispecie il responsabile reti dell’area est Alessandro Andreatta e l’ingegner Mario Giacomelli dirigente del servizio idrico integrato: «A parte l’intoppo finale, siamo contenti che tutto si stia risolvendo in anticipo di qualche settimana. Il 15 marzo sarà il nostro turno con i sub della Carmar di Ancona: inizieremo infatti ad intervenire sulla porzione di tubatura lesionata dal contatto con il natante affondato». 

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