Differenziata
In 1.600 alla
consegna dei kit

di Magda Biglia
Prova di funzionamento del cassonetto a calotta con l’uso della cardLa tensostruttura allestita in via Reverberi per la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata  Enzo PiniLa distribuzione dei kit prosegue fino al 22 ottobre SERVIZIO FOTOLIVEMichele BonazzoliAngela De PaolaNicoletta De PaolaRoberto QuarantaGrazia StrangisElena CastelliSing JatinderSing HardipMariagrazia Baratti
Prova di funzionamento del cassonetto a calotta con l’uso della cardLa tensostruttura allestita in via Reverberi per la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata Enzo PiniLa distribuzione dei kit prosegue fino al 22 ottobre SERVIZIO FOTOLIVEMichele BonazzoliAngela De PaolaNicoletta De PaolaRoberto QuarantaGrazia StrangisElena CastelliSing JatinderSing HardipMariagrazia Baratti
Prova di funzionamento del cassonetto a calotta con l’uso della cardLa tensostruttura allestita in via Reverberi per la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata  Enzo PiniLa distribuzione dei kit prosegue fino al 22 ottobre SERVIZIO FOTOLIVEMichele BonazzoliAngela De PaolaNicoletta De PaolaRoberto QuarantaGrazia StrangisElena CastelliSing JatinderSing HardipMariagrazia Baratti
Prova di funzionamento del cassonetto a calotta con l’uso della cardLa tensostruttura allestita in via Reverberi per la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata Enzo PiniLa distribuzione dei kit prosegue fino al 22 ottobre SERVIZIO FOTOLIVEMichele BonazzoliAngela De PaolaNicoletta De PaolaRoberto QuarantaGrazia StrangisElena CastelliSing JatinderSing HardipMariagrazia Baratti

Nessun assalto. Un afflusso ordinato, a tratti scarso, niente a che vedere con le prime zone, la gialla e l’azzurra che al primo giorno aveva visto presentarsi 1.600 cittadini. Nelle assemblee, molto partecipate, era stato raccomandato di non mettersi in coda il lunedì 26, visto che c’è tempo fino al 22 ottobre (e successivamente da Aprica in via Codignole o da A2a Ambiente in via Lamarmora); e così è stato, tutto tranquillo ieri nella tensostruttura smontata dov’era finora, di fronte alla Poliambulanza, e ricollocata in via Reverberi 34. Lì resterà anche per l’area nord e forse anche per il centro, che però è ancora tutto da organizzare, l’ultimo, il più complicato. Qualche pensionato si è presentato anche prima delle 9 e all’apertura erano in una quarantina, ma in mattinata non si è arrivati nemmeno a 300 kit consegnati.

Ormai i bresciani hanno familiarizzato, chi con l’ufficio, chi col negozio, chi con parenti già alle prese con il porta a porta misto. Non servivano lunghe spiegazioni. In ogni caso le hostess sono pronte a fornirle in inglese, francese, spagnolo, tedesco, ma non c’è più l’interprete arabo. Sono a disposizione comunque i fascicoletti in nove lingue, compreso il cinese o il cingalese, dagli ideogrammi tutti rotondi diversi dagli spigolosi arabi con le righe che vanno all’indietro.

Gli utenti «verdi» sono 19.144 domestici su 40mila abitanti circa, più 4.300 non domestici. I quartieri sono Chiesanuova, Fiumicello, Primo Maggio, Badia, Violino, via Milano, via Chiusure. Dovranno esporre il vetro e i metalli dalle 18 alle 21, la carta e la plastica dalle 18 alle 23. Si auspica che in alte percentuali, come nelle due tornate precedenti, si riforniscano del necessario. Finora il record è della zona gialla in cui tutte le attività hanno ritirato i contenitori, «mai successo», dicono gli esperti di Aprica.

Ieri mattina i «non domestici» sono passati in una cinquantina. Come Andrea Saramondi, con una toilettatura in via Chiusure, che ha preso il bidone più grosso per le confezioni di cartone che deve smaltire. L’unica seccatura, per lui, sono i 5-6 sacchetti al giorno di organico che dovrà buttare nelle calotte troppo piccole. «Finiti questi, userò quelli del super», dice. Alcune persone hanno preso solamente la piccola pattumiera da casa e i sacchettoni gialli per la plastica, al resto penserà il condominio e in parecchi hanno già contattato la ditta che si occuperà di esporre i rifiuti globali. Così hanno fatto Patrizia Melchiori, residente in un palazzo da 55 appartamenti, ed Enzo Pini che aspetta assemblea ad hoc con l’amministratore.

Così ha fatto Elena Castelli, un po’ scontenta perché A2A non ha consentito l’utilizzo di uno spazio esterno. Anche i tre abitanti di una palazzina da tre alloggi in via Sabbio si sono accordati di lasciare i bidoncini nell’androne e a turno, quando è il momento, portarli fuori. «Si risolve così il problema dello spazio», commentano Nicoletta De Palma e la sorella Angela che hanno avuto delega pure per la madre, 95 anni. Una soluzione in comune piacerebbe a Grazia Strangis che pensa al disagio di ficcare da qualche parte quei «cosi» e alla brutta sfilata fuori dai cancelletti della abitazioni a schiera su ambo i lati di una piccola strada. A parte questo non ha problemi, «abituata da vent’anni nella dimora di Praia a Mare da dove proviene».

Maria Grazia Baratti, accompagnata dalla figlia, è preoccupata per quando si sposta da una casa all’altra per le vacanze o per il fine settimana, «costretta a portarmi a spasso l’immondizia».

NON SI SONO VISTI tanti stranieri al mattino. Due indiani, Haroip e Jatinder Singh, sono giunti presto. Il primo sta a Brescia da otto anni e ora è stato incaricato dalla famiglia di seguire il «porta a porta»; il secondo sarà preciso, però è poco interessato «perché appena avrò il passaporto italiano me ne andrò in America dove si sta meglio».

A chiedergli se pensa che altri suoi connazionali o altri immigrati saranno così pronti alla novità non risponde, ma la smorfia non è confortante. Due signori paiono critici. Roberto Quaranta è convinto che «se avessero posizionato meglio i cassonetti, la raccolta differenziata avrebbe funzionato bene anche col sistema vecchio, senza il rischio che le vie diventino discariche a cielo aperto». Inoltre, a suo dire, i Comuni dovrebbero collaborare nelle aree di confine, «con la tessera nominativa è possibile». Michele Bonazzoli chiede alla Loggia di intervenire con sanzioni, per la pulizia della città, su coloro che infilano nelle cassette della posta i volantini pubblicitari a pacchi che poi finiscono in terra.

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