Il baritono polacco
Szymon Mechlinski
vince il «Prandelli»

di Luigi Fertonani

È andato al baritono polacco Szymon Mechlinski il primo premio del Concorso lirico internazionale «Giacinto Prandelli» alla fine della serata finale della competizione musicale, al teatro Grande. Molto emozionato, il giovane cantante ha ringraziato giuria e pubblico con parole di grande apprezzamento anche per le bellezze della nostra città; il premio è stato consegnato dal figlio del celebre tenore scomparso, Giampaolo Prandelli. Al secondo e al terzo posto due cantanti italiane, il mezzosoprano Caterina Piva e il soprano Emanuela Sala; infine la borsa di studio del Rotary Club di Cortefranca è andata al soprano ungherese Anna Vivien Havar-Ferenczy. Ma un premio speciale, il premio alla carriera, ha visto giungere in scena fra gli applausi il celebre soprano ungherese Eva Marton, presidente di una giuria della quale facevano parte altri nomi noti della lirica internazionale come Fiorenza Cedolins, Vittorio Terranova e Bonaldo Giaiotti.

La serata, presentata da Luisa Pedretti e illustrata nei particolari da Marco Degiovanni che gli appassionati bresciani del melodramma ben conoscono nell’ambito dell’iniziativa Pazzi per l’Opera, ha allineato otto arie accompagnate dall’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano diretta dal maestro Giovanna Sorbi. Ed è stato proprio il baritono polacco Szymon Mechlinski, alla fine vincitore del concorso, a iniziare la serata col drammatico «Eri tu» da Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi. Subito dopo il mezzosoprano Caterina Piva ha interpretato la Seguidilla dalla Carmen di Georges Bizet, mentre il soprano cinese Qi Ling ha scelto per la sua prova l’«Ernani involami» dall’omonima opera verdiana.

Emmanuela Sala ha affrontato una prova particolarmente ardua dal punto di vista tecnico con la celebre scena della pazzia dalla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti; una lode particolare ci sentiamo di attribuire al soprano giapponese Sayaka Takahashi, per la sua vivace interpretazione di «So anch’io lavirtù magica» dal Don Pasquale donizettiano, e anche il baritono coreano Kihoon Han ha riscosso un buon successo personale come Don Basilio nella celebre Calunnia dal Barbiere di Siviglia rossiniano. Anna Vivien Havar-Ferenczy è stata impegnata in «Pace, pace mio Dio» dalla Forza del Destino e infine il tenore giapponese Shinikiro Kawasaki ha concluso la galleria dei brani con «Salut, demeure chaste et pure» dal Faust di Gounod.

Certo, anche l’emozione per la prova con l’orchestra diretta da Giovanna Sorbi - per molti dei candidati costituiva la prima volta in questa formula - ha avuto il suo peso, soprattutto per quest’ultimo candidato, ma tutto sommato le giovani voci del concorso si sono rivelate di buon livello sia tecnico che interpretativo, e il pubblico le ha apprezzate e applaudite con entusiasmo.

La figura di Giacinto Prandelli, il celebre tenore lumezzanese cui è intitolato il concorso, è stato debitamente ricordata dalla parole di Marco Degiovanni ma anche con un interessantissimo filmato dell’inizio degli anni Cinquant delle Teche Rai che riprendeva il cantante bresciano in una superba interpretazione di Des Grieux accanto a una splendida Clara Petrella nel ruolo di Manon.

Applausi alla fine e un arrivederci al prossimo anno.

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