Isonni, tributo
a Lennon con
premio alla carriera

di Jacopo Manessi

Barba bianca, sguardo curioso, voce inconfondibile. Un'espressione a tutto tondo della cultura bresciana: nasce con la vocazione per la lirica, poi un brutto incidente lo spinge verso il teatro: mirabile rivelazione. Quella che ha segnato tutto il resto. In mezzo la critica e il giornalismo, altri suoi pallini, insieme alla televisione, dove si disimpegna come (magnetico) conduttore. Il riconoscimento minimo per tutto ciò? Un premio alla carriera, sotto forma di targa. Sergio Isonni lo riceverà domani, intorno alle 21.15, nel Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio in provincia di Perugia, dove sarà impegnato con lo spettacolo «John Lennon (punto e a capo)». Una piccola chicca in un percorso già notevole.

«È il teatro più piccolo al mondo a mantenere le prerogative che lo qualificano come tale: contiene 99 persone. Tanti colleghi considerano un privilegio assoluto lavorare qui, c'è chi addirittura paga per farlo – racconta il protagonista –. Per me sarà quindi un grande onore, a maggior ragione considerando che inaugurerò la stagione». Ritorna a quanto fatto negli anni, Isonni, riflettendo sul senso degli eventi: «Se ci ripenso quell'incidente è stato, in fin dei conti, una benedizione: mi ha indirizzato verso quella che, senza nulla togliere alle altre, è la mia grande passione. E con cui mi sono tolto tante soddisfazioni: la più grande, sicuramente, è stata ricevere il premio teatrale di Schio, all'inizio del nuovo millennio. Un riconoscimento a cui ambiscono tanti attori, anche professionisti, con cui competevo». John Lennon, dunque: raccontato in poco più di un'oretta di esibizione, con l'accompagnamento delle musiche di Filippo Caretti.

L'IDEA è di Gio Veneziani, fondatore dell’Imaginepeople, gruppo che si prefigge di promuovere «Imagine» come inno del mondo, e della pace. «Credo che brano migliore non possa esserci. È il sottofondo alla parte conclusiva della recita, quando ripeto le ultime parole pronunciate da Lennon prima di essere ucciso, e quindi scendo a stringere la mano alle persone sedute in prima fila. Un gesto che mi emoziona e fa emozionare». Al centro ci sono il cantante e, prima ancora, l'uomo: «Tengo a sottolinearlo, questo Lennon non è quello dei Beatles. Si tratta di una figura che mi ha sempre sorpreso moltissimo, per le sue numerose sfaccettature».

Lo spettacolo si prepara a continuare il suo viaggio in Italia, ma anche all'estero: «In Danimarca, per esempio, dove è già stato richiesto. Girare il mondo da attore è sempre un privilegio: ho avuto l'onore di recitare su palchi prestigiosi, a partire dai nostri Grande e Sociale, ma anche oltreoceano, in America. Peccato non potersi godere appieno le città, sono sempre cose mordi e fuggi». La vita dell'attore è questa. Isonni la vive senza rimpianti.

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