Dalla passerella alla
piramide, Christo
e la nuova sfida

di ARMANINIA
La passerella
La passerella
The Floating Piers, lo smontaggio della passerella prosegue (Fotolive)

Cinzia Reboni

Lei commossa, finalmente rilassata. Lui felice ma assorto. Paola Pezzotti e Christo, i due volti della stessa emozione. Nello sguardo del sindaco di Sulzano c’è il miracolo di Floating Piers che si sta dissolvendo. In quello dell’artista bulgaro-newyorkese l’immagine di «Mastaba», il suo prossimo lavoro.

ERA SCRITTO che finisse così. La passerella ha esaudito il desiderio di un milione e mezzo di persone che per 16 giorni (e qualche notte) hanno «camminato avanti e indietro sulle acque sapendo di non andare da nessuna parte - come ha osservato l’artista, già proiettato al futuro -. Ma proprio questo ha reso l'esperienza unica e irripetibile». Già, perché la performance è in fase di smontaggio e presto sparirà, salvo restare scolpita nel ricordo della gente e nelle mappe di Google.

IL SINDACO di Sulzano e l’artista bulgaro hanno chiuso lunedì questa «avventura», suggellando un’amicizia che è andata oltre il normale rapporto di lavoro. L’occasione è stata la cena organizzata da Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco, nella casa fronte lago di Paolo Franceschetti a Sulzano. Una serata dedicata a Paola Pezzotti, «un giusto riconoscimento alla sua volontà e alla sua follia», spiega Zanella. Maglietta nera e pantaloni rossi per il sindaco di Sulzano, stessi colori ripresi nell'immutabile giubbotto di Christo. «Non sono triste e neppure malinconico - ha detto l’artista davanti al suo ponte tagliato in due -. Sono invece molto felice. Resterò qui fino a metà mese, ma tornerò spesso in Italia perchè mi sento legato a questo territorio». Parlando del successo planetario di The Floating Piers, Christo ha confessato di non aver previsto l’arrivo di così tanti visitatori. «Io e mio nipote Vladimir qualche giorno prima dell’inaugurazione abbiamo camminato sulla passerella, concordando che il percorso era molto lungo, effettivamente piuttosto faticoso. Ci siamo chiesti se la gente avrebbe avuto voglia di passeggiare per ore sotto il sole, mettendo a dura prova il proprio fisico. E invece è accaduto».

MENTRE GUARDA gli operai che stanno «spacchettando» la sua opera, Christo sottolinea la sua volontà assoluta di «non lasciare segni della passerella sul paesaggio del lago d’Iseo: nessun tipo di ricordo sul territorio». É un fiume in piena. E davanti a un piatto di risotto al Silter e a qualche fetta di salame di Montisola, abbinati ad un calice di Franciacorta, svela il suo futuro. «Sto già pensando ai nuovi progetti - spiega -, a partire da Mastaba, la maestosa piramide formata da barili di petrolio colorati ad Abu Dhabi». Un progetto che ha preso forma nel 1977, «ma che ormai è quasi giunto al traguardo: i permessi ci sono già, ed entro un anno si potrebbe partire».

Il problema riguarda soprattutto le infrastrutture. «Dal momento che la gigantesca piramide sorgerà nel deserto, sia pure a pochi chilometri dalla città, è necessario mettere a punto tutti i servizi indispensabili - spiega Christo -. Non può essere una cattedrale nel deserto: la gente deve poterci arrivare e trovare tutto ciò di cui ha bisogno». E poi ci sarà il problema della manutenzione: «Ogni tre anni i barili andranno completamente ridipinti, sarà un’installazione permanente». L’ultima, forse, di un genio che ama fare un’arte, come dice lui stesso, totalmente inutile. «Ma l’arte è qualcosa che solo gli esseri umani possono fare, e io la voglio fare fino alla fine della mia vita».

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