Al «Bocuse d’or»
la vera cucina,
aspettando Torino

Lo chef francese Paul Bocuse, acclamato alle premiazioni del Sirha
Lo chef francese Paul Bocuse, acclamato alle premiazioni del Sirha
Lo chef francese Paul Bocuse, acclamato alle premiazioni del Sirha
Lo chef francese Paul Bocuse, acclamato alle premiazioni del Sirha

Cuochi nei talk show, cuochi come opinionisti, cuochi nei programmi e nelle trasmissioni televisive. Per fortuna ci sono occasioni che ci ricordano che i cuochi sono prima di tutto tecnici del gusto, esperti della cucina e degli ingredienti, specialisti dell’emozione che diventa sapore. E che hanno studiato a lungo per arrivare dove sono, che si sono allenati e hanno seguito una lunga gavetta fatta di impegno, notti insonni e sacrifici per imparare le tecniche che permettono a noi clienti di assaggiare piatti sublimi. Una di queste occasioni di «cucina vera» è il Bocuse d’or, il più importante concorso internazionale di cucina del mondo, che si tiene da 30 anni ogni biennio all’interno del Sirha, fiera professionale della ristorazione e della gastronomia che attira centinaia di migliaia di professionisti da tutto il mondo. Il premio, che è una sfida tra cuochi di altissimo livello, è stato creato dal famoso chef francese Paul Bocuse, un’istituzione in Francia per aver innovato la cucina francese ed essere stato tra i creatori della «Nouvelle Cuisine», l’unico ad essere riuscito a mantenere le 3 stelle Michelin per 50 anni consecutivamente.

Davanti a una prestigiosa giuria internazionale, a Lione 24 chef si sono contesi la vittoria preparando, in 5 ore e 35 minuti, due piatti, uno a base di pollo o granchio e l’altro - per la prima volta nella storia del Bocuse - 100% vegano, senza ingredienti di origine animale. Dopo due giorni di intensa sfida l’oro è stato conquistato da Mathew Peters e dal team degli Stati Uniti, che ha affascinato la giuria con un pollo ripieno di funghi, foie gras e gamberi e un asparago californiano con crema di mandorle tostate.

Partecipare come pubblico al Bocuse d’Or significa fare un’esperienza unica e capire quanta emozione, vitalità e passione possa esserci in questo settore. Sì, perché si tratta di una vera e propria gara: da un lato del Padiglione sono allineate 12 postazioni di cucina con forni, piastre a induzione e tutti gli strumenti necessari per cucinare, dall’altro ci sono gli spalti con un pubblico rumoroso e urlante, agguerrito e pronto a sostenere la propria squadra come nel più accesso derby calcistico.

Anche se quest’anno l’Italia non si è qualificata per le finali - l’obiettivo è essere protagonisti nel 2019 - non sono mancati i nostri rappresentati in terra francese. Torino e il Piemonte sono stati in prima linea visto che saranno la cornice della prossima finale europea del Bocuse d’Or e della Coupe Mondiale de Patisserie, che si terranno al Lingotto Fiere l’11 e il 12 giugno 2018. L’edizione italiana sarà, come sempre, organizzata e curata dai giornalisti enogastronomici Lorenza Vitali e Luigi Cremona di Witaly.

«La partecipazione al Sirha è stata un’occasione importante per lanciare la selezione europea che verrà ospitata a Torino e che permetterà alla città di diventare, ancora una volta, il fulcro internazionale dell’enogastronomia – spiegano Antonella Parigi, assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte e Alberto Sacco, assessore al Turismo del Comune di Torino -. Il cammino che è iniziato con la presenza a Lione si trasformerà l’anno prossimo nell’opportunità concreta di valorizzare le eccellenze del territorio, apprezzare le tante chicche dell'enogastronomia torinese e piemontese, e scoprire il ricco patrimonio culturale e turistico della città della regione». Un successo assicurato visto che, già quest’anno durante la finale lo stand italiano è stato preso d’assalto dal pubblico internazionale, curioso di assaggiare la nocciola tonda gentile e la tipica torta di nocciole, i formaggi di Langa e il risotto fumante al tartufo bianco. Tutti pronti, quindi, a fare il tifo per l’Italia, sperando che la prossima finale francese regali grandi soddisfazioni.

 

Annalisa Leopolda Cavaleri CRITICA ENOGASTRONOMICA

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