Zeman tiene a battesimo
la nuova era del Brescia

di Gian Paolo Laffranchi
Andrea Caracciolo e Ricardo Bogadur  al contrasto in allenamento al San Filippo. Il capitano e il neoacquisto si candidano per un posto dal 1’ FOTOLIVE/Simone Venezia
Andrea Caracciolo e Ricardo Bogadur al contrasto in allenamento al San Filippo. Il capitano e il neoacquisto si candidano per un posto dal 1’ FOTOLIVE/Simone Venezia
Andrea Caracciolo e Ricardo Bogadur  al contrasto in allenamento al San Filippo. Il capitano e il neoacquisto si candidano per un posto dal 1’ FOTOLIVE/Simone Venezia
Andrea Caracciolo e Ricardo Bogadur al contrasto in allenamento al San Filippo. Il capitano e il neoacquisto si candidano per un posto dal 1’ FOTOLIVE/Simone Venezia

A volte ritornano. In panchina. Da una parte e dall’altra.

Roberto Boscaglia contro Zdenek Zeman. Ed è singolare - soliti scherzi del destino - che la nuova era griffata Cellino sia tenuta a battesimo da un confronto fra allenatori legati a filo doppio al Brescia, stasera contrapposto al Pescara allo stadio Rigamonti.

Boscaglia è tornato alla guida dopo l’anno trascorso a Novara e ora è reduce da qualche giorno sulla graticola per il passaggio societario. La sua conferma non era affatto scontata, tanto che il neo presidente ha incontrato Massimo Oddo giovedì mattina a Milano, all’hotel Principe di Savoia. Un colloquio sbrigativo, servito a Cellino fondamentalmente per comunicare a Oddo la sua decisione dopo i contatti dei giorni precedenti: «Mi spiace, preferisco andare avanti con Boscaglia». Che si è presentato allo studio Pirola Pennuto Zei & Associati e si è ritrovato a pianificare le prossime mosse di mercato con il suo nuovo patron. Boscaglia, del resto, non deve cerca riscatto perché non ha colpe da farsi perdonare. Due annate fa se l’era cavata bene, conquistato una salvezza più che tranquilla; in questa stagione il suo Brescia è immacolato: è vero che non era impossibile battere il Padova, inferiore di una categoria, ma il successo è arrivato in scioltezza, seppur di misura nel punteggio, senza subire gol. Quindi, avanti tutta.

Zeman, dal canto suo, non è mai un avversario banale. A maggior ragione se può disporre del suo Pescara (che tanti ne fa e tanti ne prende: il 5-3 rifilato nel turno precedente alla Triestina è soltanto una riprova) e viene a fare visita al Brescia che allenò per poche settimane nel 2006, subentrando a Rolando Maran. Fu il cambio più illogico della gestione di Gino Corioni, che avrebbe poi varie volte riconosciuto l’errore. La squadra che volava verso i playoff forte di un quinto posto e di un rendimento casalingo da record (con Bruno e Possanzini, Di Biagio e Milanetto), con la cura Zeman crollò, chiudendo malinconicamente con 13 giocatori sull’aereo per Crotone all’ultima giornata, fra infortunati e ammutinati, con gli spareggi ormai irraggiungibili. Zeman parlò di squadra abituata «ad autogestirsi»: di sicuro con il suo arrivo si ruppe un meccanismo che prima funzionava molto bene.

In questo incrocio suggestivo di coppa il Brescia sogna di vivere una notte magica, prima di concentrarsi sul campionato. La formazione non dovrebbe discostarsi molto da quella che ha superato i veneti di Pierpaolo Bisoli domenica scorsa.

PER BOSCAGLIA le scelte da compiere sono legate ai nazionali Coppolaro e Semprini, assenti in settimana durante le prove tecniche e presumibilmente un po’ stanchi: in difesa scalpita Bagadur; Bisoli potrebbe trasferirsi dal centro-destra alla fascia, con Di Santantonio mezz’ala. Fiducia nei panni di centromediano a Ndoj, che nel cuore del gioco rende decisamente meglio.

Il nodo di Zeman è Mancuso, che in settimana ha fatto terapie. Zampano non è al massimo, ma ce la fa. Non convocati Memushaj, Biraghi, Fornasier, Bovo e l’ex Benali (destinato alla Sampdoria: «Ma un giorno a Brescia tornerei volentieri»). Sfida secca (supplementari e rigori in caso di parità): chi vince affronterà Sampdoria o Foggia il 29 novembre, al quarto turno di coppa Italia.

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