Rinaldi, cronaca e mito della Liberazione

di Jacopo Manessi
La presentazione della mostra, Rinaldi è il secondo da sinistra
La presentazione della mostra, Rinaldi è il secondo da sinistra
La presentazione della mostra, Rinaldi è il secondo da sinistra
La presentazione della mostra, Rinaldi è il secondo da sinistra

Qual è il valore della Resistenza, oggi? Sfaccettato. Restano piccoli frammenti da maneggiare con cura, abbozzi di percorso da ricostruire, piccoli squarci verso il mondo giovanile, contro il culto dell'indifferenza. Nel segno del ricordo e dell'insegnamento. «Historia magistra vitae»: da ieri sino a domenica al piano terra del MoCa l'artista Bruno Rinaldi espone «Gli scaffali della memoria. Parole e immagini della Resistenza Italiana»: organizza l'Anpi di Brescia, guidata da Lucio Pedroni. Un compendio a cavallo della Liberazione: 22 opere sul tema, cui se ne affiancano altre 8, puntate sul dramma dei campi di concentramento e, in particolare, sul lager nazista della Risiera di San Sabba a Trieste. Dipinti, acqueforti, un disegno a matita. C'è di tutto, a livello tematico: frammenti di quotidiani, ritratti di personaggi (Gramsci e Pavese), numeri incisi sulle pietre della storia. Carrellata di immagini cui si affianca la parola scritta, sotto forma di testimonianze cucite su misura da alcune firme d'eccezione: Tina Anselmi, Camillo De Piaz, Tibor Deutsch, Teo Ducci, Giancarlo Facchinetti, Antonio Fappani, Umberto Mastroianni, Marino Ruzzenenti, Bianca Guidetti Serra e Walter Veltroni. «Ognuno di essi esprime un approfondimento su un tema specifico - spiega lo storico Floriano De Santi, a cui è stata affidata la presentazione -. Rinaldi è un artista molto importante, e ha preso parte a mostre internazionali. Per lui vale il detto secondo cui “nessuno è profeta in patria”. Per il suo valore, è stato dimenticato dai bresciani: ricordo, nel mio periodo di lavoro a Bresciaoggi, che scrivevo i testi per lui già negli anni '70. A testimonianza della sua longevità artistica». Lo stesso Rinaldi, che ha curato l'esposizione nei dettagli, ha voluto dire la sua. «Ho cercato di mettere in evidenza la partecipazione degli intellettuali alla Resistenza, che oggi ritroviamo come memoria negli scaffali. Sono rappresentati in tutti i campi, su temi come il mondo femminile, musica, cinema, sport, clero. Ma anche le fabbriche bresciane e la loro vita». Chiude Pedroni: «Il neo-nazifascismo va combattuto con gli strumenti della cultura, cercando di far intervenire i giovani per fargli comprendere quali forze si sono combattute in passato nel Paese». Ingresso gratuito, ogni giorno 11-19, via Moretto 78. •

Suggerimenti