Nei segreti dello Stemmario c’è l’antica nobiltà di Salò

di Sergio Zanca
Il prezioso Stemmario del Duomo di Salò, realizzato nel 1727
Il prezioso Stemmario del Duomo di Salò, realizzato nel 1727
Il prezioso Stemmario del Duomo di Salò, realizzato nel 1727
Il prezioso Stemmario del Duomo di Salò, realizzato nel 1727

Lo Stemmario cronologico della chiesa salodiana è un grande quadro, di 5 metri per 2, disegnato con inchiostro di china su carta della Riviera bresciana del lago, scritto in latino classicheggiante, recentemente restaurato. Si trova nel Duomo di Salò e contiene preziose informazioni storiche, culturali e religiose. Lo realizzò l’abate Filippo Tomacelli (1691-1773), uomo di grande cultura, inserendo tutte le pezze giustificative della ricchezza locale, per dimostrare che la cittadina era degna di diventare sede di un Vescovado. QUESTA SERA alle 20.30, in Duomo, verranno spiegati i misteri racchiusi nello stemmario. A farlo sarà Liliana Aimo, ex preside del Liceo, presentando il suo libro appena stampato, edito dall’Associazione storico archeologica della Riviera, del comune e della parrocchia. Interverrà Flavio Casali. Il maestro Gerardo Chimini eseguirà intermezzi organistici. «Anche il visitatore meno preparato, ammirando le numerose opere d’arte del Duomo -spiega il parroco, monsignor Gian Luigi Carminati - si sofferma incuriosito di fronte a questo lavoro insolito, terminato nel 1727, che suscita interessi e interrogativi per la sua singolarità. Uno scrigno di informazioni, didascalie, simboli, allegorie che esaltano con abbondanza di notizie fatti, personaggi ed eventi. Con la sua appassionata ricerca, Liliana Aimo ci riconsegna la ricchezza di un documento straordinario». Dal certosino impegno dell’abate Tomacelli, acceso sostenitore dell’indipendenza della Comunità della Riviera da Brescia, esce non solo uno spaccato assolutamente inedito della vita religiosa del XVIII secolo, ma anche tutta una serie di informazioni e notizie sconosciute. Il quadro è stato esposto per due secoli nella sala consiliare del municipio, e poi per una cinquantina di anni nella sala della fabbriceria del Duomo. Dopo il restauro si è deciso di appenderlo nella cappella a sinistra del presbiterio. E i visitatori ne restano affascinati. Adesso che il libro che ne illustra le curiosità. •

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