Teatro Telaio da esportazione Il suo «Nido» vola in Francia

di Jacopo Manessi
Paola Cannizzaro e Michele Beltrami insieme sulla scenaLa regìa di «Nido» è curata da Angelo Facchetti
Paola Cannizzaro e Michele Beltrami insieme sulla scenaLa regìa di «Nido» è curata da Angelo Facchetti
Paola Cannizzaro e Michele Beltrami insieme sulla scenaLa regìa di «Nido» è curata da Angelo Facchetti
Paola Cannizzaro e Michele Beltrami insieme sulla scenaLa regìa di «Nido» è curata da Angelo Facchetti

Si può toccare il tema più profondo del mondo, senza parlare. L'esistenza. L'attesa che precede la nascita, una famiglia che cresce e mette in dubbio alcune strade intraprese. Gli argomenti possibili, le necessità, la richiesta di aiuto e pure l'importanza di cadere e di sapersi rialzare. Il tutto con ironia soffice e delicatezza diffusa: quelle che permeano «Nido», terzo atto di una trilogia dedicata ai più piccoli e presentata dal Teatro Telaio, impegnato da quasi un ventennio in provincia. Lo spettacolo è valso alla realtà bresciana l'invito al Festival Au Bonheur des Mômes, a Gran-Bornard nell'Alta Savoia, dal 27 al 31 agosto, con una replica ogni giorno. È stata una illuminazione, quella che ha percorso Alain Benzoni, direttore artistico della rassegna, un colosso capace di richiamare in una località sciistica di montagna 90 mila spettatori ogni anno, con 125 compagnie impegnate, 536 spettacoli, 30 sedi e 30 mila posti a sedere venduti, con una percentuale di riempimento del 98%. «Benzoni ha visto “Nido” al festival di Mantova e ne è rimasto talmente colpito da invitarci in Francia per una settimana – racconta Maria Rauzi, del Telaio –. C'è un focus sull'Italia, ma delle 19 compagnie provenienti dal nostro Paese solo noi restiamo per tutto il tempo, un motivo di grande orgoglio. In particolare perché ci avviciniamo al traguardo dei 20 anni di vita». Una trasferta che non sarà, però, la prima. «Da diverso tempo partecipiamo a eventi in tutta Europa, ma devo dire che l'Au Bonheur des Mômes è tra i più importanti – prosegue Rauzi –. In particolare mi ha molto colpito la capacità di destagionalizzare il turismo, in una località di montagna dove risiedono 2 mila persone. Il pubblico del festival è composto principalmente da famiglie di tutte le generazioni e gruppi, centri di vacanza o di piacere, con origini geografiche molto varie. Saranno inoltre presenti molti organizzatori, e speriamo che la cosa possa avere un influsso positivo anche in Italia nei prossimi anni». «Nido» conclude quindi un trittico composto da «Storia di un bambino e di un pinguino», sul tema dell'amicizia, e «Abbracci», sull'amore. Stavolta, al centro, c'è la famiglia: in scena Michele Beltrami e Paola Cannizzaro, con la regìa di Angelo Facchetti. ALLE SUE SPALLE «Nido» vanta la partecipazione al già citato Segni New Generation di Mantova, a Segnali (Sezione Next) di Milano e all'International Theatre Festival for Children 100, 1.000, 1.000.000 Stories di Bucarest. Sul palco una coppia di uccelli si muove in perfetta sincronia nell'atto del volo, con un'armonia capace di generare un uovo, e quindi nuova vita. I volatili cominciano la costruzione di un nido, ma una serie di imprevisti prolungano la durata delle operazioni, mettendoli a confronto con le difficoltà quotidiane dell'esistenza. «Si tratta di un modo divertente per mostrare ai bambini tutta la dedizione e la cura che hanno permesso il loro arrivo – chiude Rauzi –, e di un tributo a tutti i genitori "imperfetti"!». L'appuntamento ora è in terra francese. •

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