Darfo spalanca le porte all'arte rupestre che con il congresso mondiale Ifrao 2018 porterà nella cittadina camuna studiosi provenienti da 46 nazioni e cinque continenti. Da domani a domenica verranno affrontate 35 sessioni, la maggior parte al Centro congressi di Boario, e presentate, tra scoperte, novità e nuove tecnologie, 530 comunicazioni, 480 i relatori che porteranno in Vallecamonica i risultati dei loro studi sull’arte e la pittura rupestre a cavallo fra archeologia, antropologia, storia dell’arte, in un grande excursus cronologico e geografico. ORGANIZZATO dal Centro camuno di studi preistorici e dalla Cooperativa archeologica Le Orme dell’Uomo, con il patrocinio e sostegno del ministero per i Beni e le attività culturali, dell’assessorato all’autonomia e alla cultura di Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e degli enti locali tra Comune di Darfo e Comunità montana, il congresso si propone come evento dell'anno. Non solo per i numeri, ma soprattutto per il patrimonio di conoscenza che dovrà veicolare. Forte della targa del presidente della Repubblica Italiana che ne sottolinea l’apprezzamento e dei patrocini di Unesco e Iccrom, il congresso mondiale, che ogni tre anni cambia sede e continente, non ha scelto a caso la Vallecamonica. Qui c'è il primo sito di arte rupestre entrato nella lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco, riconosciuto nel 1979. Da allora questo territorio, dal punto di vista culturale e turistico, non è più stato lo stesso e così, forse, sarà dopo il congresso che inaugurerà domani mattina alle 9 con il coordinamento di Roberta Alberotanza, ex presidente del Comitato cultura del Consiglio d’Europa e la partecipazione di numerosi nomi di spicco del panorama culturale e politico internazionale. L'obiettivo è il tema stesso del congresso, «Sulle spalle dei giganti», a sottolineare come l’arte delle origini costituisca una grande fonte di ispirazione per l’uomo moderno. Un evento lungo 5 giorni che non si chiuderà nelle stanze del centro congressi, ma sarà aperto (e gratuito) al pubblico e al territorio, grazie all'accompagnamento di eventi culturali, visite ai siti rupestri e mostre sul patrimonio archeologico, sia nella sede del congresso che al museo della riserva di Nadro. Comune denominatore il patrimonio, inestimabile, che la preistoria ha consegnato a questo territorio e che a questo territorio è chiesto di custodire e divulgare, anche una volta spenti i riflettori internazionali. •