IL «MASI» PREMIA LA SOLIDARIETÀ

di Camilla Madinelli
Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, promotore del celebre premio
Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, promotore del celebre premio
Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, promotore del celebre premio
Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, promotore del celebre premio

Il Premio Masi 2018 va a talenti genuini e mai ostentati, silenziosi, a tratti schivi ma assai operosi, riconoscendone l’alto valore sociale e l’impegno civile dalla scrittura all’arte, dalla cultura del vino alla pace invocata in terre martoriate dalla guerra. I tre riconoscimenti del Premio Civiltà Veneta sono stati assegnati a tre veneti doc: allo scrittore padovano Ferdinando Camon, premio Strega 1978 con «Un altare per la madre» e premio Campiello alla carriera 2016, «esempio singolare di scrittore provinciale ed europeo insieme» a detta della giuria, che assegna il riconoscimento; al direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, vicentino, «egittologo e archeologo di fama internazionale» impegnato tanto nella ricerca quanto nella diffusione di una moderna concezione di museo; al magistrato trevigiano Carlo Nordio, «luminosa figura di servitore della giustizia, mai disgiunta da umanità e garanzia dei diritti costituzionali», in prima fila nel combattere due piaghe italiane come corruzione e terrorismo. Attribuito «alla straordinaria carriera e opera» del Master of Wine anglo-francese Gerard Basset il Premio internazionale Civiltà del Vino in quanto «ha contribuito come pochi altri alla comprensione, all’apprezzamento e alla promozione del vino come elemento di cultura ed economia delle nostre genti», dichiara il vice presidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola, Sandro Boscaini. Mica per niente, quest’anno, il governo francese ha nominato Basset Chevalier du Mérite Agricole. Infine, il Premio internazionale Grosso D’Oro Veneziano va al cardinale veronese Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria da 10 anni, «impegnato nello scenario di una lunga e atroce guerra ad alleviare sofferenze e lutti con spirito umanitario che trascende valutazioni di appartenenza». I vincitori della trentasettesima edizione del Premio Masi sono stati svelati dalla presidente della Fondazione Masi, la giornalista e scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti. Riceveranno i premi sabato 29 settembre, al teatro Filarmonico di Verona. Prima, però, come ormai consuetudine, alle Cantine Masi a Gargagnago di Valpolicella i cinque vincitori apporranno la loro firma sulla storica botte di Amarone che è l’originale oggetto del Premio. «L’operare con dedizione e impegno non esibito è tratto comune dei premiati dell’edizione 2018», dichiara Isabella Bossi Fedrigotti. «Il nostro riconoscimento ancora una volta getta uno sguardo attento a storie personali che mirano ad accrescere consapevolezza e cultura per metterle al servizio della coscienza etica e sociale». In particolare, conclude Bossi Fedrigotti, «la giuria punta i riflettori sul “Pil letterario delle Venezie”, attestando la straordinaria ricchezza di questa terra nel proporre figure di alta levatura culturale e artistica». Il Premio Grosso d’Oro si tinge quest’anno più che mai di solidarietà evidenziando il ruolo del cardinal Zenari, «un’alta personalità veneta in cui si rispecchia una regione che, nel corso della sua storia, ha donato con generosità al mondo migliaia di missionari e volontari», afferma Sandro Boscaini. E annuncia una novità per l’edizione 2018, un appello come mai prima d’ora nella lunga storia del Premio. Per espressa volontà del nunzio apostolico, infatti, la somma in denaro che la Fondazione Masi riserva all’opera filantropica o culturale del premiato Grosso d’Oro sarà devoluta a sostegno di tre ospedali no-profit siriani - due a Damasco, uno ad Aleppo - aperti a tutti senza distinzione di appartenenza. C’è tanto bisogno di aiuto, però. E così, in via del tutto eccezionale, la Fondazione Masi fa sapere tramite la presidente Bossi Fedrigotti che «si appella alla sensibilità dei propri amici per un contributo a favore di questo progetto di valenza umanitaria, destinato a salvare vite laddove la guerra continua a bruciarne». Incaricata della raccolta è la Fondazione Avsi (Ong impegnata in 130 progetti di cooperazione allo sviluppo in 30 Paesi), maggiori dettagli sono disponibili all’indirizzo internet https://www.avsi.org/it/campaign/siria-ospedali-aperti/1/. Siria chiama Veneto, i veneti rispondono. •

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