Crosby, rinascita artistica e tour europeo

di Giulio Brusati
David Crosby
David Crosby
David Crosby
David Crosby

Tre album di ottimo livello in tre anni: quella di David Crosby è una vera rinascita artistica, confermata da un tour europeo che tocca l’Italia in due tappe: oggi al Teatro Dal Verme di Milano e giovedì alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma (biglietti su TicketOne - Infoline 0584.46477). Con lui, una band che comprende familiari, amici, musicisti di caratura internazionale: suo figlio James Raymond (tastiere), Mai Agan (basso), Steve DiStanislao (batteria), Jeff Pevar (chitarra) e Michelle Willis (tastiera e voce). Nell’arco di una carriera che comprende cinque decadi (diventerà un docufilm prodotto da Cameron Crowe, regista premio Oscar), l’artista americano classe ’41 ha inventato il folk rock con i Byrds, a metà anni ’60, elettrificando i brani di Bob Dylan; ha formato il duo Stills & Nash con Stephen della band Buffalo Springfield. A loro si è unito Graham Nash degli Hollies, per dare vita al trio Crosby, Stills & Nash (la sigla: CSN), a cui si è unito anche Neil Young. Siamo tra la fine degli anni ’60 e i ’70, tra il Monterrey Pop Festival e Woodstock. Crosby ha fatto e disfatto a suo piacimento, con una coscienza politica e sociale che è entrata in conflitto con colleghi e industria discografica. Tutto questo per dire che fa parte dell’aristocrazia rock, è stato inserito per due volte nella Hall of Fame (con Byrds e CSN) ma ha sempre navigato in acque tutte sue, coi suoi principi e le sue opinioni. Nel 1971 pubblica il suo primo album solista, il capolavoro “If I could only remember my name”: tra gli ospiti, Nash, Neil Young e Joni Mitchell. E se i ’70 sono stati anni di tour, session per altri musicisti e collaborazioni proficue, nella decade successiva Crosby ha fatto notizia per i suoi problemi con la giustizia, le armi e le droghe. La rinascita, anche artistica, è databile tra la fine degli anni ’90 e il 2000. Con il disco “Croz” (il suo soprannome) nel 2014 è iniziato un trienno di incisioni notevoli. Nel 2016 è uscito “Lighthouse”, sospeso tra folk, canzone d’autore americana, psichedelia e jazz. Ancora più a fuoco è “Sky trails”, pubblicato nel 2017, alla base della scaletta del tour che arriva anche in Italia. «Sto creando la miglior musica della mia carriera», ha detto Croz. «Meglio di quella che ho inciso con i Byrds, con i CSN e perfino migliore di quella con Neil Young. Ed è una sensazione fantastica». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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