Abolire la tassa di soggiorno? Per i sindaci è una pura follia

Tassa di soggiorno: il  Comune di Sirmione incassa quasi un milione
Tassa di soggiorno: il Comune di Sirmione incassa quasi un milione
Tassa di soggiorno: il  Comune di Sirmione incassa quasi un milione
Tassa di soggiorno: il Comune di Sirmione incassa quasi un milione

Luciano Scarpetta Nell’era delle «fake news» qualche sindaco ha creduto di essere davanti all’ennesima «bufala» del web. Ma alla fine ha dovuto subito arrendersi all’evidenza. Nelle ultime righe di pagina 51 dell’ormai leggendario «Contratto per il governo del cambiamento» sottoscritto nei giorni scorsi dal leader del M5S Luigi Di Maio e dal segretario della Lega Matteo Salvini, è riportata una frase che se dovesse trovare applicazione, rischierebbe di destabilizzare i già precari equilibri dei bilanci comunali dei paesi che vivono di turismo: «In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali – è scritto senza tanti giri di parole - prevediamo di abolire la tassa di soggiorno». DA LIMONE a Salò il coro, ma forse sarebbe più opportuno dire il grido di indignazione degli amministratori è unanime e può efficacemente riassumersi nella lapidaria considerazione del primo cittadino di Tremosine Battista Girardi: «Se lo fanno ci massacrano». Nello specifico si tratterebbe di rinunciare ad un tesoretto di 300 mila euro, destinato a lievitare a 360 mila per questa stagione. «Se sono previsti trasferimenti erariali a coprire il mancato gettito dell’imposta di soggiorno se ne può parlare, ma si tratta dell’unica imposta che non pagano i residenti e sarebbe assurdo eliminarla», afferma Luigi Bertoldi nella duplice veste di assessore al Turismo di Tignale e vicepresidente del Consorzio turistico lago di Garda Lombardia. «Sono scettico sul fatto che lo Stato possa e voglia sobbarcarsi l’onere di finanziare i paesi a vocazione turistica priva di una fonte finanziaria vitale come la tassa di soggiorno», incalza Bertoldi. Per Tignale stiamo parlando di 300 mila euro in decisa crescita (425 mila per il 2018) dopo la recente rimodulazione degli importi. Pollice verso ovviamente anche a Limone, l’ex borgo di pescatori di 1.070 abitanti capitale del turismo tedesco gardesano, che d’estate raggiunge circa 1.200.000 presenze complessive e dove ogni anno vengono introitati oltre 1.100.000 euro: dispone di quasi 7.000 posti letto (6 mila alberghieri) per 96 esercizi e d’estate fa registrare in media una presenza di 20 mila turisti al giorno. IN PRATICA un paese-albergo che prospera esclusivamente con i proventi del turismo e che ogni anno reinveste tutto il ricavato dell’imposta di soggiorno per coprire i servizi turistici e gli eventi dell’anno successivo. «Sono soldi che devono rimanere sul territorio e soprattutto per il territorio creando servizi al turista – è la tesi del sindaco Franceschino Risatti –. Non devono essere i cittadini a pagare ad esempio l’organizzazione di eventi, la promozione turistica, il bagnino o il servizio di guardia medica notturna durante i mesi estivi». Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Gargnano: «Si andrebbe a creare un buco di bilancio difficile da colmare– spiega Giovanni Albini, paese che con la tassa di soggiorno introita poco meno di 300mila euro -: i turisti stranieri sono abituati anche negli altri Paesi europei a pagare questo balzello per noi importante ad esempio, alla sistemazione dell’arredo urbano». Se la proposta venisse attuata a Toscolano Maderno (320 mila euro l’importo introitato nel 2017 con record sulla sponda bresciana del 12% in più di presenze turistiche), potrebbe arrestarsi il Rinascimento turistico degli ultimi anni in chiave sportiva e outdoor reso possibile dall’efficace sistemazione della Valle delle Cartiere e della rete dei sentieri. «Una pazzia», taglia corto il vice sindaco di Gardone Riviera Gianpietro Seresina. Qui l’imposta di soggiorno introitata nella scorsa stagione è di 343mila euro. «Dicono tutti che il turismo è una delle fonti principali di reddito dell’economia della Penisola e vorrei capire come potremmo fare a mantenere gli standard dell’accoglienza senza risorse certe. Dubito infatti che i trasferimenti statali possano garantire simili entrate annue», afferma Seresina. «Una cosa fuori dal mondo togliere la tassa - commenta il sindaco di Salò Gianpiero Cipani -: per noi, nonostante l’importo esiguo dovuto alla mancanza di alberghi - 180 mila euro nel 2017 - è la chiave per promuovere il territorio e reperire risorse strategiche. Cosa pensano si possa organizzare di questi tempi senza gli introiti? I nostri cittadini sono già penalizzati a vivere in località turistiche dove tutto costa maggiormente come ad esempio la raccolta differenziata, un servizio nel quale i residenti si devono fare carico di passaggi in più durante la bella stagione. Non è un’invenzione italica – conclude Cipani – esiste anche altrove: l’hanno capito gli stessi albergatori ed è sorprendente che adesso si proponga di abolirla». E sullo sfondo c’è un’altra incognita: parte del maxi depuratore del Garda dovrebbe essere finanziato dalla tassa di soggiorno. Se il nuovo governo l’abolisse l’opera da 220 milioni rischierebbe lo stop. •

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