Acquapark, ultimi tuffi prima dei test sul crollo

Dalla prossima settimana sarà pianificata la rimozione delle macerie
Dalla prossima settimana sarà pianificata la rimozione delle macerie
Dalla prossima settimana sarà pianificata la rimozione delle macerie
Dalla prossima settimana sarà pianificata la rimozione delle macerie

Ultimo giorno a disposizione, oggi, per tuffarsi a«Le Vele», il parco acquatico di San Gervasio che chiude la prima stagione della sua «seconda vita». L’oasi delle Casacce è uscita di slancio prima dalla strettoia del fallimento dei fondatori e poi dal default dell'immobiliare Diaphora 3 - che aveva rilevato la struttura - grazie alla nuova proprietà. Sotto il profilo dell'affluenza, complice un’estate monopolizzata dal bel tempo, il debutto è stato positivo nonostante il grave imprevisto avvenuto l’8 agosto quando è collassata una torretta che ospitava bar e suites.

Sul cedimento - che non ha provocato feriti solo per una serie di fortuite concidenze - è aperta un'inchiesta per crollo colposo coordinata dal pm Michele Stagno. Alle indagini guarda con attenzione e fiducia la proprietà dell'acquapark, la società «Le Vele» formata da una cordata di imprenditori che fanno capo a Silvio Favagrossa, pronta a chiedere, qualora fossero individuate responsabilità, i risarcimenti per danni materiali e di immagine.

DA DOMANI saranno messe in agenda le operazioni di rimozione delle macerie, poi la società avvierà una ricognizione degli impianti idraulici e delle attrazioni. Già affidato l'incarico di verifica statica sulle altre costruzioni dell'acquapark, promosso sotto l’e- gida tecnica del Comune ma finanziato dalla società. Il check up sarà effettuato dall' ingegner Antonio Comincini di Pralboino, con il supporto dello studio di ingegneria Mancini. Si tratta di accertamenti promossi in modo autonomo da Comune e proprietà che esulano dalle perizie e dalle consulenze della Procura. Al momento le ipotesi sono articolate, ma sotto la lente ci sono soprattutto vizi di costruzione e le condizioni geomorfologiche del terreno delle Casacce, che in profondità custodisce anche sacche di gas naturale. Sembrano perdere consistenza invece le ipotesi di un'infiltrazione di acqua dal sottosuolo o di materiali edilizi scadenti. Ma le indagini sono ancora nelle fasi iniziali. Le uniche certezze sono al momento che tre pilastri di un metro e mezzo di diametro sono ceduti di schianto contemporaneamente e che soletta e tetto sono collassati in modo anomalo, senza sgretolarsi. Le triple fondazioni che custodiscono un deposito idrico sono apparse intatte, ma un esame più approfondito sarà possibile solo dopo la rimozione delle macerie. C.RE.

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