Anziani ingannati
col trucco del gas
Preso il truffatore

di Valerio Morabito
La giubba usata dal falso tecnico
La giubba usata dal falso tecnico
La giubba usata dal falso tecnico
La giubba usata dal falso tecnico

Prima che i carabinieri lo arrestassero potrebbe aver computo più di 100 truffe, tutte ai danni di anziani e sempre con lo stesso trucco. Evocando il rischio di multe salate e di fughe di gas, convinceva le sue vittime ad acquistare un apparecchio per il rilevamento delle perdite di metano, del costo reale di 25 euro, facendosene consegnare 300 con pagamento immediato. COSÌ FUNZIONAVA l’inganno: è successo a Gambara, dove lo hanno arrestato, e in altri paesi della Bassa, con una lunga serie di raggiri negli ultimi mesi. Li ha messi a segno, un 54enne di Bedizzole, privo di una occupazione stabile (a parte quella di piazzista sui generis) e con alle spalle precedenti per reati contro il patrimonio, che aveva definito la sua tecnica nei minimi particolari. Indossando una pettorina che doveva dargli un tono di ufficialità suonava ai campanelli delle persone anziane e si presentava come un tecnico della Regione che doveva appunto installare un rilevatore delle fughe di gas. Un apparecchio che spacciava come «obbligatorio» sulla base di una fantomatica legge regionale per le abitazioni dei cittadini dai 65 anni in su. È RIUSCITO in questo modo, decine e decine di volte, a convincere le sue vittime. Ma martedì pomeriggio è stato arrestato vicino a un bar di Gambara. A segnalare la sua presenza in paese è stata una signora che, fregata nei giorni precedenti, rivedendolo in movimento si è decisa a chiamare le forze dell’ordine. Così i carabinieri, guidati dal maresciallo Marco Forcella, sono arrivati fermando il bedizzolese. Stamane ci sarà il processo per direttissima, e il magistrato deciderà se convalidare o meno l’arresto. Stando alla ricostruzione fatta dall’Arma i raggiri riusciti sarebbero oltre un centinaio: se tutte le volte il finto funzionario della Regione è riuscito a farsi dare 300 euro, dovrebbe averne intascati almeno 30 mila. Il disoccupato di Bedizzole aveva pensato a tutto: aveva pure creato una ditta uninominale grazie alla quale, a volte, emetteva fatture. In più era lui stesso, per rendersi più credibile, a installare l’apparecchio nelle case dei malcapitati. Infine, aveva pure prospettato «sanzioni» alle persone che non si sono fatte convincere all’acquisto del suo strumento. Le indagini sono ancora in corso, e i carabinieri della Compagnia di Verolanuova, coordinati dal capitano Tedros Christian Comitti Berè, sono riusciti a risalire a 10 «pacchi» realizzati solo a Gottolengo. Ma ce ne sarebbero decine segnalati nei paesi vicini come Fiesse, Isorella, Remedello e poi Verolanuova, Bagnolo, Calcinato, Montichiari e pure Brescia. •

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