Atc unico, presidente all’angolo

di P.BAL.
Accuse anche per il piano volpi
Accuse anche per il piano volpi
Accuse anche per il piano volpi
Accuse anche per il piano volpi

Recentemente si è parlato di lui anche nel ruolo di indagato nell’inchiesta curata dai carabinieri forestali di Vobarno sui piani di contenimento del cinghiale, ma l’inossidabile presidente dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) unico di Brescia, Oscar Lombardi è al centro dell’attenzione da mesi anche per la gestione dello stesso Atc. In minoranza da maggio grazie alla presa di posizione di cinque componenti del comitato di gestione (in tutto sarebbero 10, ma uno è decaduto) che ne chiedono le dimissioni avendo pronta una surroga, resta al suo posto nella sostanziale inerzia della Regione, creando così anche un problema di operatività a poche settimane dalla nuova stagione venatoria. NON LIEVI le accuse che gli vengono rivolte dalla fronda ormai maggioritaria. A Lombardi, che come ricordano i cinque del ribaltone «è andato ripetutamente in minoranza vedendosi bocciare le proprie proposte», si contesta per esempio la «mancata risoluzione del rapporto di lavoro col tecnico faunistico scelto nel 2016 con un bando che, stranamente, aveva visto solo la partecipazione del prescelto. Il comitato di gestione di allora aveva stabilito una indennità annua di 20 mila euro, diventati 28 mila l’anno seguente, e si è arrivati anche a una proroga inattuabile dell’incarico decisa dal solo presidente». Ai soldi per il tecnico si sarebbero poi dovuti sommare 76 mila euro per «un fantomatico piano lepre che avrebbe fatto superare così in un biennio i 100 mila euro: una somma mai spesa per queste prestazioni in oltre vent’anni di vita dell’Atc». Inoltre, tra le contestazioni a Lombardi c’è quella relativa ai «6.000 euro investiti per un piano di abbattimento delle volpi bocciato dal Tar». Tutto ciò non è bastato a ottenere le dimissioni, e oltre a chiedere al Pirellone il commissariamento, Lombardi avrebbe anche «impedito di riunire il comitato di gestione con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente. Ora non sappiamo cosa deciderà la Regione che, avendone la possibilità, non ha favorito l’avvicendamento di un presidente sfiduciato, ma chiediamo ancora una volta a Milano di far convocare la riunione del Cdg con il compito di concretizzare il cambio al vertice superando uno stallo inaccettabile». •

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