Bitumificio alla cava Betulla sotto un fuoco incrociato

L'Amministrazione comunale di Montirone ha espresso la propria «perplessità» in merito alla possibile realizzazione di un bitumificio all'interno della cava Betulla. L’esecutivo guidato dal sindaco Francesco Lazzaroni ha messo in evidenza che «la realizzazione di impianti di produzione di conglomerati cementizi e bituminosi all’interno dell’Ate 36 deve essere preventivamente valutata dagli organi di controllo ambientali e sanitari». Nel frattempo il 27 marzo, la Provincia ha convocato una conferenza dei servizi per trattare gli aspetti procedurali preliminari ed analizzare eventuali elementi ostativi in vista del rilascio dell’autorizzazione del progetto. In contemporanea il circolo Legambiente di Montirone - che raggruppa anche le realtà di Ghedi, Castenedolo e Borgosatollo - ha presentato al Broletto le proprie osservazioni sul progetto del bitumificio che vorrebbe realizzare la ditta Inertis. «Il passaggio alla procedura di valutazione d'impatto ambientale, per la ditta, è d'obbligo e non può essere altrimenti alla luce delle rilevanti criticità già emerse e riepilogate nel provvedimento del 2013 che riguardava l'impatto dell'attività estrattiva sull'ambiente idrico», si legge nella documentazione allegata alle osservazioni. In sostanza gli ambientalisti hanno messo in luce che le istituzioni coinvolte avevano, già nel 2013, evidenziato perplessità di natura ecologica in merito alla nascita di una cava a Montirone. Non a caso erano emerse note negative della Provincia, che in seguito sono state ridimensionate dalle integrazioni presentate dalla ditta. Ciò che aveva fatto cambiare idea al Broletto, dunque, era stata la decisione dell'azienda di eliminare «il trasporto dei contaminanti» in vista dell'apertura della cava. «Trasporto che verrebbe generato - si legge ancora nell’istruttoria di Legambiente - dall'attività di produzione di calcestruzzo e conglomerato bituminoso» prevista nell'ultimo progetto presentato da Inertis. • V.MOR.