Bovini squartati, c’è l’ombra di un «folle»

di Valerio Morabito

Al netto del raccapriccio per le sevizie inflitte ad animali indifesi, c’è qualcosa di molto allarmante nella scia di bovini squartati negli allevamenti della Bassa. Le indagini dei carabinieri hanno escluso la pista «naif» dei riti satanici, mentre perde consistenza anche l’ipotesi che dietro i raid ci sia la volontà di procurarsi della carne da vendere sul mercato clandestino. Si fa dunque strada la possibilità che ad agire sia una persona con problemi psichici. Una persona che ha dimistichezza con le stalle, con strumenti dei mattatoi e le lame con cui asporta sistematicamente la parte posteriore dei bovini.

La metodicità con cui vengono ammazzati e dissezionati gli animali è un altro aspetto inquietante. L’ultimo cruento blitz è avvenuto due sere fa nell’azienda agricola Calmer di Leno.

Il ladro (le impronte lasciate sul terreno lascerebbero credere che ad agire sia stata solo una persona), ha slegato dalla stalla un vitello e lo ha condotto all’esterno. Poi lo ha sgozzato con una lama affiliatissima prima di scarnificare dalle ossa la carne del posteriore. Dall’azienda agricola non è scomparso altro.

La striscia di sangue era iniziata a Montichiari, per proseguire a Ghedi dove nella stessa notte sono stati ammazzati due bovini in due aziende diverse. Gli investigatori non sottovalutano il caso. Il responsabile ha dimostrato di conoscere molto bene la Bassa muovendosi con disinvoltura anche nelle notti di nebbia fitta e raggiungendo stalle molto lontane dalle principali vie di comunicazione. Fra gli allevatori comincia a serpeggiare la psicosi. Qualcuno ha cominciato a fare dei turni di guardia notturni.

IN UN CONTESTO DEL GENERE cresce la preoccupazione delle associazioni agricole. Roberto Cavaliere, Presidente Apl-Copagri Lombardia, conferma di aver «chiesto al prefetto di Brescia Valerio Valenti la convocazione del tavolo della sicurezza territoriale. Dobbiamo capire quali sono gli indizi in possesso delle forze dell’ordine su questa vicenda, per capire se si tratti di criminalità comune o di qualcosa di più grave. I ladri hanno alzato il tiro: dai furti di attrezzi si è passati a razzie di mezzi agricoli. Il fenomeno delle vacche uccise e squartate è poi inedito e inquietante».

ROBERTO CAVALIERE non azzarda ipotesi sul movente dei crudeli raid ma ammette: «Copagri Lombardia sta comunque valutando un sistema di sicurezza collettivo per proteggere queste realtà agricole da chi entra in stalla e uccide i capi - annuncia Cavaliere -. Il problema è che sarebbe costoso garantire un certo livello di sicurezza alle cascine, che in passato non è mai stato preso in considerazione ma di fronte all’evoluzione della criminalità che ci troviamo davanti vale sicuramente la pena fare una riflessione e rivedere insieme le strategie di difesa».

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