BreBeMi, niente sede
e un conto milionario

In questi giorni l’Europa sta chiedendo conto all’Italia delle scelte finanziarie pubbliche fatte attorno all’operazione viabilistica privata BreBeMi: ma non ci sono solo gli uffici della Commissione europea a coltivare perplessità attorno al senso e ai contenuti dell’intervento autostradale. A Castrezzato, per esempio, i conti sono relativi anche a una eredità preoccupante.

CONTI CHE ruotano (non solo) attorno alla sede fantasma della società, la cui vicenda è stata raccolta insieme ad altre in un libro pieno di luci e di ombre dedicato appunto all’autostrada direttissima. Se n’è riparlato nei giorni scorsi proprio Castrezzato con la presentazione del volume di Roberto Cuda intitolato «Anatomia di una grande opera». Organizzato dall’associazione culturale Carlo Cattaneo guidata dall’ex vice sindaco Bruno Ferretti (oggi all’opposizione), l’incontro si è trasformato in un atto d’accusa da parte di ex amministratori nei confronti della gestione e degli esiti del progetto. In prima fila c’era anche Mariapaola Bergomi, assessore alla Cultura nella precedente Giunta di Castrezzato insieme a Ferretti: «C’è una enorme spada di Damocle che oscilla sopra la nostra testa - ha affermato -. È lì da quando siamo riusciti a far spostare una cava di prestito per l’autostrada a Nord dell’abitato, prevedendola all’interno dell’autodromo così da evitare il rischio di una nuova discarica dopo la Bargnana».

Di cosa si tratta lo ha spiegato Bruno Ferretti, ricordando che «Autostrade lombarde, che ha BreBeMi come azionista di maggioranza con l’86% del capitale, ha intrapreso un’azione risarcitoria per il maggior costo legato a quello spostamento, per un totale di 1,6 milioni di euro. C’è stato un tentativo disperato dell’esecutivo uscente di far rientrare la richiesta, anche con una missione a Roma; ma l’allore ministro per le Infrastrutture Roberto Castelli aveva ritenuto questa controversia una quisquilia non degna del ministero».

Nella serata denuncia è intervenuto naturalmente anche l’autore Cuda, riepilogando l’intero capitolo dedicato alla sede operativa di Castrezzato. Una sede fantasma, che ha portato oneri per 800 mila euro al Comune come solo acconto rispetto a un totale di 2 milioni. Soldi che ora rischiano di essere richiesti indietro, anche se il Tar ha già dato ragione al Comune, perchè un’azione legale è ancora in corso in sede civile.

«La beffa è che dopo lo sfruttamento di una cava - spiega Ferretti - rischiamo di trovarci con 2,4 milioni di euro richiesti e una superficie a destinazione commerciale che resterebbe in mano a BreBeMi per la presunta sede mai realizzata. Tutto ciò mentre la società ha ricevuto un lauto sostegno pubblico: 320 milioni a fondo perduto e una clausola che prevede, in caso di mancato rinnovo della concessione, una buona uscita da 1,2 miliardi». M.MA.

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