Brescia doveva diventare la nuova la Terra dei fuochi

di Valerio Morabito
L’incendio doloso nel deposito di Corteolona nel pavese che ha innescato l’jnchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano
L’incendio doloso nel deposito di Corteolona nel pavese che ha innescato l’jnchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano
L’incendio doloso nel deposito di Corteolona nel pavese che ha innescato l’jnchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano
L’incendio doloso nel deposito di Corteolona nel pavese che ha innescato l’jnchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano

Valerio Morabito Volevano trasformare la Lombardia nella «Terra dei fuochi» del Nord: un progetto criminale che avrebbe dovuto coinvolgere anche la nostra provincia. Ma sono stati fermati dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha portato all’arresto di sei persone accusate a vario titolo di incendio doloso e gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Tra gli arrestati Luca Liloni, 34enne nato a Gavardo, titolare della società 3L Trasporti srl di Sabbio Chiese, ma residente da oltre un anno nella frazione Novagli di Montichiari. Secondo i carabinieri, Luca Liloni organizzava i viaggi per smaltire in maniera illecita i rifiuti. Era un ingranaggio ben rodato quello della holding criminale accusata di aver smaltito tonnellate di rifiuti provenienti da impianti di stoccaggio del Milanese, per poi essere trasportati in un capannone abbandonato a Corteolona, in provincia di Pavia, dove venivano appiccati gli incendi. A... innescare l’inchiesta è stato proprio un maxi rogo divampato il 3 gennaio 2018, quando in un capannone in mezzo ai campi tra i comuni di Corteolona e Genzone, nel Pavese, andarono a fuoco duemila tonnellate di rifiuti, in particolar modo plastica, gomma e carta, che fecero impennare i livelli di diossina nell’aria per i giorni e provocarono decine di intossicati. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’organizzazione si preparava ad allargare il suo business illegale e aveva iniziato ad affittare capannoni in tutta la regione. Nel Bresciano il sospetto è che l’organizzazione criminale puntasse ad utilizzare le strutture di proprietà di Liloni sparse appunto tra Montichiari e Lumezzane. Undici, a questo proposito, le perquisizioni effettuate dai carabinieri forestali del gruppo di Milano e di Pavia e della Compagnia di Stradella all’ interno dei capannoni dell’ imprenditore valsabbino. SE LUCA LILONI si occupava di trasportare illecitamente i rifiuti, il capo dell'associazione criminale era Riccardo Minerba, 40enne di Lecco, mentre il suo braccio operativo era Vincenzo Divino, 50enne con origini calabresi. Per comprendere le dimensioni di questo affare occorre tornare al 3 gennaio, quando è stato appiccato l'incendio nel capannone di Corteolona dove erano stipate quasi 2 mila tonnellate di materie plastiche come vecchi pneumatici e fusti. Obiettivo del rogo, quindi, era cancellare le prove di un grosso traffico illecito di rifiuti che coinvolgeva la Lombardia e non solo. Le indagini, che attualmente hanno portato a sei arresti per traffico e smaltimento illecito di rifiuti e incendio doloso, potrebbero allargarsi. Perché il sistema diretto da Minerba era ben organizzato. Nel filone dell'inchiesta, condotta dai carabinieri, sono state scoperte 7 mila tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente con un importante giro d’affari che si aggirava sul milione e 700 mila euro. •

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