Bresciano muore
in cella in Brasile:
è giallo

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Massimiliano Tosoni è morto in circostanze ancora  tutte da chiarire
Massimiliano Tosoni è morto in circostanze ancora tutte da chiarire
Massimiliano Tosoni è morto in circostanze ancora  tutte da chiarire
Massimiliano Tosoni è morto in circostanze ancora tutte da chiarire

Lo hanno trovato senza vita i compagni di cella. Per i medici del carcere Ippo 2 di Fortaleza le cause del decesso sono naturali. Ma la morte di Massimiliano Tosoni, 35enne di Montichiari recluso in Brasile, è avvolta dal mistero. Tra la scoperta del cadavere - avvenuta martedì pomeriggio - e la comunicazione ufficiale della morte all’avvocato e ai familiari, arrivata solo mercoledì sera, sono trascorse oltre 24 ore. Un lasso di tempo in cui è stata disposta ed eseguita l’autopsia. Le autorità si sono mosse tra l’altro solo dopo che la compagna brasiliana di Massimiliano Tosoni era venuta a conoscenza della disgrazia in modo del tutto casuale da persone che gravitano attorno al carcere. Ad alimentare i dubbi e le inquietudini della famiglia i «precedenti» del luogo teatro della tragedia, avvenuta in un carcere dove negli ultimi dodici mesi- tra tentativi di evasione, insurrezioni e omicidi tra detenuti - sono morte ammazzate 12 persone. Ieri è stato effettuato il riconoscimento della salma: l’avvocato di Tosoni, Taytana Matos, ha già chiesto l’acquisizione degli atti. Perchè sullo sfondo si stagliano ipotesi più inquietanti come l’omicidio. «Non sappiamo nulla di preciso - ammette angosciata Emanuela Tosoni, la sorella di Massimiliano -. Appena abbiamo appreso della tragedia dalla compagna di mio fratello, ci siamo messi in contatto con la Farnesina. I funzionari sono stati molto sensibili e in poco tempo si sono interfacciati con le autorità brasiliane, che hanno fornito la versione della morte naturale. Ma al momento non c’è nessuna conferma ufficiale e le indiscrezioni che filtrano da Fortaleza sono inquietanti». Proprio il pressing del ministero degli Esteri ha spinto la procura di Fortaleza a disporre accertamenti extra. La mamma di Massimiliano partirà oggi alla volta del Brasile, dove incontrerà una delegazione del Consolato italiano che la sosterrà nel disbrigo delle pratiche per il rimpatrio della salma e la aggiornerà sull’evoluzione degli accertamenti giudiziari. «Vogliamo la verità: Massimiliano non meritava di morire così in un carcere straniero - afferma Emanuela Tosoni -. Mio fratello godeva di ottima salute ed era felicissimo: tra due mesi sarebbe diventato di nuovo padre. L’ultima volta lo abbiamo sentito una settimana fa: era sereno». Anche perché nel breve termine intravedeva la possibilità di tornare in libertà.

SCONVOLTA la compagna del 35 enne Alice, al settimo mese di gravidanza: dopo il primo figlio, ora aspettava una bambina da Massimiliano. «Ho saputo che “Massi” era morto da un venditore ambulante mentre andavo a fargli visita - racconta distrutta -: il carcere non ha telefonato né a me, né all’avvocato. Solo quando abbiamo cominciato a fare domande pressanti, hanno ammesso che era morto. Ho visto il corpo: non aveva segni di violenza, ma la pelle era diventata blu». L’attenzione delle autorità è legata agli esami tossicologici. In carcere si sono registrati omicidi mascherati con sostanze chimiche che, disciolte nell’acqua o nella bibita della vittima, provocano la morte per arresto cardiocircolatorio e fanno sembrare che il decesso sia sopraggiunto per cause naturali. Massimiliano Tosoni, ricercato con l’accusa di duplice omicidio, si era costituito alle autorità giudiziarie di Fortaleza nel 2013. Dopo 376 giorni di reclusione nel penitenziario di massima sicurezza di Itaitinga, l'ex assicuratore di Montichiari era stato scarcerato dalla Corte di Giustizia. Anche dopo la sentenza di condanna era rimasto in libertà fino al marzo del 2015, quando il Tribunale Federale Supremo aveva autorizzato l’estradizione in Italia, dove Tosoni doveva scontare un residuo di pena per rapina.

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