«Caos A22? Colpa dell’Austria»

Sergio Piardi: presidente Fai
Sergio Piardi: presidente Fai
Sergio Piardi: presidente Fai
Sergio Piardi: presidente Fai

Il caos innescato dall’ondata di maltempo sull’Autostrada del Brennero continua a fare discutere. Nel mirino sono tornati gli autotrasportatori - tra questi anche bresciani - accusati di aver paralizzato la A22 perché colti impreparati da gelo e nevicate. «Un attacco gratuito - replica il presidente della Fai di Brescia Sergio Piardi -. La radice del problema va cercata poco più in là dei nostri confini: in Austria. Ormai da tempo, a causa del divieto notturno e del nuovo divieto di circolazione del sabato mattina in Tirolo, ogni venerdì sera si forma una lunga colonna di mezzi pesanti sul versante sud del Brennero, soprattutto quelli che trasportano merci deperibili o comunque non autorizzati a circolare di notte, per passare il confine prima delle 22 ed evitare una lunga sosta nel fine settimana. Una situazione che prima o poi doveva esplodere, e così è successo». A scagionare i mezzi pesanti sono gli stessi vertici di Autobrennero, che in una nota hanno sottolineato come ad aggravare la solita precaria situazione, sia stato il flusso di bikers diretti a un motoraduno in Baviera. «La velocità ridotta e le cadute dei motociclisti hanno obbligato i Tir a frequenti fermate e invasioni di corsia, con la conseguente difficoltà nel ripartire in salita», spiega Piardi. A gettare benzina sul fuoco l’esposto alla procura della Codacons che sostiene che molti autotrasportatori siano entrati in autostrada senza catene. «Basterebbe informarsi per sapere che da anni per i mezzi pesanti non esistono più pneumatici estivi e invernali, ma solamente gomme valide per tutte le condizioni, sia in inverno che d’estate - afferma Piardi. Inoltre i tir sono tutti muniti di catene da neve, indispensabili per circolare nei paesi del Nord, che però in quel momento non hanno potuto montare a causa del forte accumulo di neve e della circolazione delle motociclette che impediva di fermarsi». Il presidente della Fai sostiene che «senza prese di posizione a livello europeo da parte del nostro Governo, la politica unilaterale dell’Austria contro il traffico commerciale oltre a procurare incolonnamenti sulla A22 con conseguente disagio per gli utenti dell’infrastruttura, ci danneggia enormemente perché le merci restano ferme nei magazzini o sui mezzi facendo lievitare notevolmente i costi (170 milioni) per ogni ora di ritardo». •

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