Cava Inferno:
l’ex sindaco
sventola
la delibera

Nel rimpallo delle responsabilità in merito alla discarica di «Cava Inferno» a Ghedi, si è tirato in ballo più di una volta una delibera del 1990 (parere su richiesta di discarica nella stessa cava), al punto che nell’ultimo consiglio comunale il sindaco Lorenzo Borzi ha proiettato più volte su grande schermo passi evidenziati della stessa.

PERCIÒ l’on. Eugenio Baresi, allora sindaco, oggi precisa che i 28 consiglieri all’unanimità espressero parere negativo, rinviando il tema ad altra seduta «che non vi è più stata perché l’amministrazione ritenne il progetto non realizzabile. È chiaro inoltre che quanto vale è il dispositivo finale della deliberazione che ha impedito si realizzasse la discarica - afferma - scelte successive ognuno le assume nella propria responsabilità, ma sempre con il doveroso rispetto della verità nel racconto di quelle precedentemente assunte da altri».

Gli fa eco un altro amministratore dell’epoca, considerazioni ribadite da William Minarelli ex capogruppo e assessore del Psi: «Un imprenditore propose alla giunta di realizzare una discarica. Essendo l’argomento delicato si decise di investire il consiglio comunale della questione. Dopo lungo dibattito si giunse ad una votazione unanime di contrarietà: fu un bel esercizio di democrazia. Ora che il sindaco in carica, in rappresentanza di meno della metà della cittadinanza, decida di dare il via ad un ritombamento della cava è legittimo. Non volere investire l’autorità sanitaria preposta alla valutazione delle criticità, come richiesto dalle opposizioni, appartiene al modo di governare dell’attuale maggioranza. Brandire quella delibera - conclude l’ex assessore ghedese - come fosse un viatico al suo operato invece è pura mistificazione. Certo se la corte dei conti avanzerà rilievi, i destinatari non sarebbero di sicuro coloro che 26 anni fa votarono contro la discarica». M.M.

Suggerimenti