E strettamente legato all’espansione urbanistica il futuro di una parte problematica del sistema fognario di Roccafranca. Lo spiega l’assessore all’Urbanistica Giovanni Paneroni, che deve fare i conti con un paese, tra i tanti nel Bresciano, che ancora non può contare sulla separazione tra acque bianche e nere e che fa anche i conti miasmi ed esondazioni poco piacevoli. Un problema ben conosciuto dai tanti proprietari di cantine che in caso di piogge abbondanti o cattivo funzionamento delle pompe si ritrovano i liquami in casa. Nonostante il nuovo depuratore di Roccafranca, inaugurato una decina di anni fa e con una buona capacità, i problemi sono costanti, e per questo il Comune ha deciso di stanziare 150 mila euro per risolvere i guai di via Santa Marta, la strada che ospita l’ultima porzione del collettore diretto appunto al depuratore. «Qui c’era un problema di rigurgito legato a pendenze mal calcolate e al malfunzionamento del collettore - ricorda Paneroni - per via di acque parassite che ingorgavano questo tratto: quelle piovane che in teoria non avrebbero dovuto finire nella condotta fognaria». GIORNI FA, il consigliere di minoranza Marco Franzelli aveva sollecitato un intervento per la divisione delle acque nere da quelle bianche, ma Paneroni gli ricorda che «hanno governato cinque anni prima di noi e non hanno fatto nulla in tal senso. Ma, senza voler fare cose fenomenali, possiamo dire che gradualmente le acque bianche saranno smaltite con le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, che rendono obbligatori i pozzi perdenti in ogni abitazione. Se saremo costretti da emergenze raddoppieremo e divideremo su alcune strade le rispettive portate, ma il costo di questo intervento è notevole e ricadrebbe su tutti i cittadini, mentre a oggi la soluzione è in mano ai privati, che stanno smantellando gli impianti misti in casa scaricando le acque piovane nel sottosuolo». •