Crisi, il Comune reinventa i voucher

di Massimiliano Magli
Il palazzo comunale di Urago d’Oglio
Il palazzo comunale di Urago d’Oglio
Il palazzo comunale di Urago d’Oglio
Il palazzo comunale di Urago d’Oglio

La politica su scala nazionale sembra occuparsi soprattutto dei criteri di voto, nell’eterno tentativo della conservazione dei privilegi, ed è ormai piuttosto raro che qualcuno, organi di informazione compresi, si occupi della situazione di indigenza nella quale sono precipitate moltissime famiglie. Eppure è questa la realtà di un Paese spezzettato non più in due ma in mille velocità; la situazione con la quale continuano a confrontarsi concretamente solo o quasi le amministrazioni locali e il volontariato. Anche a Urago d’Oglio, dove l’ente locale ha promosso una nuova iniziativa per tamponare almeno in parte la falla della povertà.

TUTTO PARTE dallo stanziamento di diecimila euro, e l’obiettivo è quello di aiutare 11 famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Da queste parti il sindaco Antonella Podavitte ha messo in moto da tempo una rete di assistenza e sostegno. Lo ha fatto prima dando vita al «carrello solidale», poi attraverso appalti pubblici che vincolavano le aziende vincitrici ad assumere anche operai disoccupati locali. Adesso il problema viene affrontato anche con la distribuzione di assegni per un controvalore in lavoro che possono rappresentare una boccata di ossigeno per nuclei familiari senza reddito.

L’aiuto comunale è stato suddiviso in due tranche, entrambe da circa cinquemila euro e per assegni di poco inferiori ai mille euro per famiglia.

«La situazione è sempre più complessa - ricorda il sindaco - con tante famiglie, anche italiane, che si trovano senza reddito e magari alle prese con affitti o mutui da pagare. Ormai anche i piccoli lavoretti di pulizia possono poco e se uno dei due coniugi non trova lavoro si fa presto a precipitare nella difficoltà più estrema».

Resta però aperto il capitolo della dignità e della produttività del sostegno pubblico; e così la scelta è stata ancora una volta quella di non elargire una forma di carità, ma di mettere sul piatto un supporto che sia incentivante e collegato appunto a un’attività lavorativa. Per questo, in cambio del contributo le famiglie che saranno individuate nei prossimi giorni, su segnalazione dei Servizi sociali o attraverso domande dirette, dovranno mettersi a disposizione offrendo 50 ore lavorative a favore del Comune.

È un’iniziativa che potrebbe essere replicata ogni anno, fondi civici permettendo. Sempre in questo ambito, il municipio già oggi ha avviato una collaborazione con il locale sportello Caritas per la distribuzione di borse alimentari due volte al mese.

Ogni mese circa mille euro del patrimonio municipale vanno al finanziamento di questo progetto e la Caritas riesce a moltiplicare il valore della somma originaria grazie alle convenzioni di acquisto su cui può contare; spesso spuntando anche condizioni di sottocosto.

PER AVERE un’idea della situazione, basti dire che già una cinquantina di famiglie uraghesi ricevono il sostegno del sacchetto Caritas. «Abbiamo inoltre avviato il baratto amministrativo - ricorda il primo cittadino -, che prevede il pagamento di arretrati comunali relativi a tasse di nostra pertinenza attraverso lavori e servizi pubblici offerti dai morosi; che in questo particolare momento non perdono nemmeno il diritto a contributi contro la povertà».

Suggerimenti