CALCINATO. Il residence umanitario diventato una discarica a cielo aperto sarà abbattuto

Del villaggio profughi
fantasma resteranno
soltanto macerie

Gli alloggi di prima accoglienza di via Gavardina di Sopra saranno rasi al suolo. Ad annunciarlo è il sindaco di Calcinato, Marika Legati all'indomani del reportage di Bresciaoggi che ha acceso i riflettori sul residence abbandonato diventato una discarica a cielo aperto. «L'ufficio tecnico - spiega il primo cittadino - sta mettendo a punto i dettagli per demolire l'immobile e bonificare l'area». Del resto da almeno un anno quelle «case non figurano più tra gli alloggi di emergenza da destinare temporaneamente a persone senza tetto», precisa il sindaco. Bisognerà dunque attendere solo il via libera dagli uffici comunali per abbattere un complesso potenzialmente insalubre. Nel bel mezzo della zona industriale di Calcinato si trova questo edificio simbolo dello spreco di denaro pubblico. Uno stabile costruito nei lontani anni Novanta (con fondi regionali) in vista della prima accoglienza nei confronti delle persone senza un tetto sotto il quale dormire. Casette, tra l'altro, che sarebbero servite anche per l'emergenza sbarchi con la quale in quel periodo l'Italia doveva fare i conti per l'arrivo di centinaia di albanesi che fuggivano dal proprio Paese. Oggi ci sono rifiuti di qualsiasi genere. Nel piccolo giardino fuori dai quattro alloggi ci sono accatastate decine di latte contenenti vernice, quindi rifiuti speciali che devono essere smaltiti al più presto. Poi ci sono porte in legno, neon, una miriade di lattine di cibo per cani, sacchi dell'immondizia che contengono svariati rifiuti. Ma non è tutto. Sì, perchè è sufficiente guardare in terra per rendersi conto che sono stati appiccati piccoli roghi per bruciare alcuni rifiuti. Tra l'altro, proprio vicino a dei piccoli garage, è stata abbandonata una Seat bianca. Sullo sfondo resta l'ennesimo spreco di risorse pubbliche per finanziare progetti di accoglienza dei profughi.

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