Discariche a cielo aperto
Ecco il «chilometro nero»

Un chilometro di degrado e di tristezza, che rende benissimo l’idea di quanto non ci sia potenzialmente alcuna differenza tra il Nord «evoluto» e il Sud del mondo. Basta introdurre l’obbligo di differenziare i rifiuti e tanti, troppi cittadini si trasformano in animali pur di non «faticare».

La truppa degli idioti si presenta quasi quotidianamente nella località San Fermo, trasformando un tratto rurale di Roccafranca lungo la provinciale 72 in una discarica all’aria aperta, per di più su terreni coltivati. E a lanciare l’allarme sono proprio i coltivatori di terreni che grazie agli idioti rischiano di non poter più essere coltivati a furia di accumulare materiali di ogni genere sui quali dovrebbe passare l’aratro.

«Siamo disperati; ormai i nostri terreni stanno diventando discariche - spiegano gli agricoltori locali - e crediamo che la colpa sia di uno Stato e di comuni che non hanno strumenti per combattere un’inciviltà strisciante. Perchè invece dei multavelox non piazzano telecamere fisse in queste aree. Frutterebbe decisamente di più e i fondi potrebbero essere utilizzati per progetti in ambito ambientale».

Zani, Conti, Magli, Tomasoni, Ferri: sono soltanto alcune delle aziende che protestano quasi quotidianamente contro questa invasione silenziosa e mortale. A San Fermo la vista della campagna è un pugno nell’occhio: sacchetti, contenitori di detersivi, bottigliette e tovaglioli stanno soffocando la terra; una terra che poi li ingloba con le lavorazioni e che va continuamente riempiendosi di veleni. Il sindaco di Roccafranca Emiliano Valtulini ha attivato la polizia locale per capire prima di tutto se il fenomeno è legato più agli abbandoni dalla strada o alle rogge usate come pattumiere.

«È una situazione allarmante - commenta il sindaco -. Se è deprecabile il gesto di chi abbandona è ormai fondamentale rivedere l’intera filiera dei materiali di consumo». M.MA.

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