False visite a
casa, denunciati
due medici

La Guardia di finanza smaschera le false attestazioni di due medici
La Guardia di finanza smaschera le false attestazioni di due medici
La Guardia di finanza smaschera le false attestazioni di due medici
La Guardia di finanza smaschera le false attestazioni di due medici

Il meccanismo della frode al Servizio sanitario nazionale era semplice quanto efficace. Attestavano di aver effettuato delle visite a casa dei pazienti inseriti nella lista delle persone beneficiate dall’assistenza domiciliare programmata per gonfiare in modo fraudolento indennità e rimborsi della Asst di Brescia.

IN REALTÀ LE PRESTAZIONI inserite nel borderò non erano mai state effettuate. A smascherare la coppia di medici è stata la Guardia di finanza della tenenza di Pisogne guidata dal luogotenente Bruno Gerbini che ha portato alla luce almeno 50 visite «fantasma». Per un professionista 54enne di Corte Franca e per il collega dello studio associato 52enne di Iseo è scattata la denuncia per indebite percezioni ai danni dello Stato.

Sotto la lente delle Fiamme gialle è finita l’attività svolta dai due professionisti fra il gennaio del 2014 e il settembre 2015. Dall’analisi delle dichiarazioni dei medici all’Agenzia di tutela della salute sono emerse delle anomalie legate al tasso di incidenza. In sostanza le «uscite» per prendersi cura dei pazienti che facevano parte della lista dell’assistenza domiciliare programmata, risultavano statisticamente superiori alla media.

LA GUARDIA DI FINANZA ha deciso di approfondire avviando una serie di...«visite» nell’abitazione delle persone in carico allo studio associato di medici.

Parlando con i familiari dei pazienti, le Fiamme gialle hanno trovato dei riscontri oggettivi alle violazioni dei professionisti.

In particolare è emerso appunto che le molte delle prestazioni per cui erano stati ottenuti rimborsi e indennizzi non erano mai state effettuate. La Guardia di finanza di Pisogne ha così deciso di controllare tutta la documentazione dello studio associato relativa al periodo sospetto. Il risultato è stato appunto scoprire 50 prestazioni mai eseguite ma regolarmente retribuite dall’Agenzia di Tutela Salute della Regione Lombardia.

In attesa dell’evoluzione dell’indagine sfociata nella denuncia penale, l’Asst di Brescia aveva già avviato in autotutela la richiesta di risarcimento nei confronti dei medici che stanno restituendo quanto percepito indebitamente. Per entrambi potrebbe scattare anche una sanzione pecuniaria comminata dall’azienda.

SULLO SFONDO RESTA una vicenda dai risvolti censurabili sotto ogni punto di vista considerato che- come sottolineato dai vertici della Guardia di finanza di Pisogne -, le false attestazioni presentate al fine di ottenere compensi aggiuntivi a quelli ordinari, caricavano di costi fraudolenti un servizio delicato come quello rivolto a persone non trasportabili, per lo più anziani, malati cronici o persone alle prese con gravi patologie.

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