Falso e abuso
d’ufficio: tre anni
a Elena Zanola

di Mario Pari
Epilogo con il primo grado di giudizio della vicenda giudiziaria che ruota intorno all’impianto della Gedit a MontichiariL’ex sindaco Elena ZanolaIl pm Fabio SalamoneIl presidente Vittorio Masia
Epilogo con il primo grado di giudizio della vicenda giudiziaria che ruota intorno all’impianto della Gedit a MontichiariL’ex sindaco Elena ZanolaIl pm Fabio SalamoneIl presidente Vittorio Masia
Epilogo con il primo grado di giudizio della vicenda giudiziaria che ruota intorno all’impianto della Gedit a MontichiariL’ex sindaco Elena ZanolaIl pm Fabio SalamoneIl presidente Vittorio Masia
Epilogo con il primo grado di giudizio della vicenda giudiziaria che ruota intorno all’impianto della Gedit a MontichiariL’ex sindaco Elena ZanolaIl pm Fabio SalamoneIl presidente Vittorio Masia

Al termine di un processo durato due anni e tre mesi è arrivata la sentenza: condanna. Questa la decisione della prima sezione penale del tribunale di Brescia, riunito in composizione collegiale, presieduto da Vittorio Masia. Sotto processo l’ex sindaco di Montichiari Elena Zanola, la condanna è a tre anni di carcere. L’accusa riguardava presunte pressioni sulla Gedit, azienda che si occupa del trattamento dei rifiuti. L’EX SINDACO è stata ritenuto colpevole di falso e di abuso d’ufficio, in continuazione. Le era stata contestata anche la tentata violenza privata, ma questo reato è stato ritenuto assorbito nell’abuso d’ufficio, secondo quanto aveva chiesto anche il pm Fabio Salamone al termine della requisitoria, nell’udienza che ha preceduto quella di ieri, in cui è stato letto il dispositivo della sentenza. L’ex sindaco dovrà anche pagare una «provvisionale» di 242 mila euro. Il tribunale ha però disposto anche altro e cioè la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica relativamente all’imputato, a Cristian Leali, comandante della Polizia Locale di Montichiari, a Tiziano Piccinelli, vice comandante della Locale all’epoca dei fatti, e a Giulio Sesana, ex direttore dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale). La procura è chiamata a procedere per calunnia. L’epilogo in primo grado è certamente pesante e trova il consenso dell’avvocato Sergio Spagnolo, legale della Gedit, parte civile nel processo. «Dal mio punto di vista - ha commentato il legale - è da anni che cerchiamo di fare emergere la verità. E in tribunale è venuta fuori. È la verità che noi stiamo rappresentando da anni a tutti gli enti. Ci siamo sempre rivolti alla magistratura che ha fatto le sue valutazioni». Il legale nell’arringa aveva chiesto la condanna per tentata concussione. La difesa, rappresentata dagli avvocati Patrizia Zanetti e Pierina Buffoli ora non può che attendere le motivazioni della sentenza, che dovranno essere depositate entro novanta giorni, in vista dell’appello. SECONDO la ricostruzione accusatoria le pressioni sarebbero state esercitate dall’ex sindaco per indurre la Gedit a siglare la convenzione con il Comune. Una convenzione troppo onerosa, secondo la Gedit. Nella precedente udienza il pm Fabio Salamone aveva detto: «Tutto viene fatto per dimostrare che Gedit sia causa degli odori» e «i malesseri servono per perseguire l’obi- ettivo come i forzati inviti ai cittadini a dire che il giorno della chiusura non c’erano più odori». E l’interesse della Zanol, «non era il benessere dei cittadini, ma la convenzione con la Gedit». La difesa aveva sottolineato invece: «Non c’è collegamento tra le condotte e la convenzione». Ma il tribunale ha accolto la ricostruzione accusatoria, anche se per capire meglio in che termini non si può che attendere le motivazioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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