Fanghi da depurazione La minoranza dà battaglia «Stop allo smaltimento»

di V.MOR.
Fanghi da depurazione scaricati in un campo nella Bassa
Fanghi da depurazione scaricati in un campo nella Bassa
Fanghi da depurazione scaricati in un campo nella Bassa
Fanghi da depurazione scaricati in un campo nella Bassa

È una mozione dal contenuto radicale quella presentata della minoranza consiliare di Isorella: chiede semplicemente, si fa per dire, di vietare lo spandimento dei fanghi da depurazione sui terreni del territorio comunale. Lo vuole «Isorella terra fra fiumi», e il provvedimento, che dovrà essere discusso nel prossimo consiglio comunale, apre una breccia in una delle principali questioni ambientali della Bassa. La presa di posizione di Guido Bozzi e Renato Zaltieri potrebbe avere un effetto domino, perché la stessa battaglia potrebbe essere ingaggiata anche nei Comuni vicini. A spingere all’azione i rappresentanti del gruppo di opposizione sono state innanzitutto le caratteristiche del territorio comunale. «In primo luogo occorre tenere in considerazione la presenza di aziende agricole e allevamenti intensivi - ricordano Bozzi e Zaltieri -. Poi va ricordato che lo stesso territorio è fortemente caratterizzato dalla presenza di numerosi fontanili, e da falde acquifere generate da strati geologici con porosità e permeabilità sufficienti a consentire un flusso significativo di acque sotterranee». Insomma: la pressione ambientale è già troppo forte, e c’è il rischio di un avvelenamento del sistema idrico superficiale e sotterraneo. QUINDI la minoranza chiede alla giunta di «vietare definitivamente la pratica di spandimento di fanghi da depurazione in agricoltura per ragioni ambientali e per la salute dei cittadini». Una mozione che rappresenta una inversione di tendenza nella Bassa, ma pur sempre una goccia nel mare dei liquami che vengono scaricati sui terreni agricoli. Come Bresciaoggi ha riportato settimane fa, mezza Italia smaltisce questi scarti nel Bresciano. Un affare milionario legato al trattamento per inertizzazione di oltre 364 mila tonnellate l’anno. Ben 263 mila sono gestite in un impianto di Lonato, 56 mila a Calcinato e 45 mila a Calvisano. Tra gli impianti citati, quelli più piccoli (Calcinato e Calvisano) ritirano soltanto materiali di «alta qualità», mentre Lonato incamera anche quelli «non idonei».

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