Fanno una «spesa» gratuita
con la frutta diretta in discarica

di Massimiliano Magli
Una «spesa» tra gli scarti crea allarme nella Bassa
Una «spesa» tra gli scarti crea allarme nella Bassa
Una «spesa» tra gli scarti crea allarme nella Bassa
Una «spesa» tra gli scarti crea allarme nella Bassa

In altri Paesi europei, per esempio in Gran Bretagna, questa è una pratica piuttosto diffusa all’insegna dell’eliminazione degli sprechi e della sopravvivenza delle persone meno o per niente abbienti. Ma naturalmente possono esserci delle implicazioni legate alla salute, e in effetti nella Bassa è scattato un allarme sanitario dopo che alcune famiglie, a quanto pare decine, hanno fatto incetta di ortaggi e frutta teoricamente da buttare in un centro di smaltimento autorizzato per i rifiuti organici.

LA SPESA a costo zero, forse la prima di cui si ha notizia nel Bresciano e, appunto, potenzialmente a rischio, è avvenuta dopo un tam tam innescato dallo stesso gestore dell’impianto, che ora rischia naturalmente un provvedimento giudiziario e il ritiro della licenza di smaltimento. Anche perchè la sua non sarebbe stata solo una operazione umanitaria.

È accaduto tutto nei giorni scorsi in una località che per ragioni di indagine non è possibile rivelare ma che è ovviamente ben conosciuta: nel volgere di 24 ore famiglie di Roccafranca, Rudiano, Castelcovati, Comezzano Cizzago e di altri comuni della zona hanno ceduto alla tentazione di portarsi a casa chili di merce destinata allo smaltimento e arrivata con due autoarticolati provenienti da fuori provincia. Noci di cocco, banane, rapanelli, insalata belga, pomodori, agrumi: sono solo alcuni dei prodotti finiti nelle dispense e che rischiano di rivelarsi un pericolo.

Anche se confezionata regolarmente e apparentemente integra, la merce potrebbe infatti essere avariata o contaminata per varie ragioni, con tutte le conseguenze del caso sul piano alimentare. E tornando al capitolo giudiziario, sotto la lente c’è l’atteggiamento di chi si è liberato in questo modo del materiale: così facendo, dopo la pesata e gli incassi dovuti è stato di fatto ridotto o azzerato l’effettivo trattamento dell’organico, si è risparmiato sulla manodopera per liberare ortaggi e frutta dagli involucri (ci penseranno le famiglie che hanno fatto il pieno) e anche sul costo di trattamento della plastica dlele confezioni, che anziché nell’isola ecologica locale finirà nelle isole dei paesi interessati. Le autorità sanitarie invitano sempre a non consumare prodotti alimentari destinati alla discarica al di là del loro aspetto. Oltre che vietato può costare caro alla salute.

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