Favorevoli e contrari tutti addosso al ministro

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli
Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli
Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli
Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli

I riflettori accesi sul tratto di Tav tra Brescia e Verona riaccendono la polemica. Attacca il senatore veneziano del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo della Commissione ambiente: «Nonostante il finanziamento già approvato dai governi del Pd, il ministro Toninelli ha deciso di bloccare anche i cantieri dell’alta velocità per la tratta Brescia-Verona. COSÌ FA un danno al Paese, alle migliaia di cittadini pendolari, ma soprattutto all’ambiente, poichè viene favorito il trasporto su gomma a quello su ferro». Incalza il senatore Udc Antonio De Poli: «Attendiamo l’analisi costi-benefici del ministro Toninelli a cui intendiamo fare una domanda: quanto costerà fermare l’opera? Quale sarà la penale di rescissione? Il 12 luglio una nota del ministero spiegava che era in corso una revisione della Valutazione di impatto ambientale e che il ministero stava vagliando con precisione l’entità delle eventuali penali di rescissione? Dal 12 luglio ad oggi, un mese dopo, cosa è cambiato? Nulla. Il Governo del cambiamento sta fermo». Il fronte del no, per bocca di Dario Balotta dell’Osservatorio nazionale sui trasporti e sulle liberalizzazioni insiste: «Si possono usare i fondi della Tav per il potenziamento della linea storica, cioè per un progetto alternativo come il quadruplicamento della Brescia-Verona, vicino all’attuale ferrovia, che farebbe risparmiare 100 milioni di euro e oltre 30 ettari di terreni agricoli. Eviterebbe l’attraversamento dei vigneti del Lugana, toccherebbe il Lago di Garda (maggior distretto turistico del Nord) e assicurerebbe lo sviluppo del sistema ferroviario per pendolari, merci e Frecce Rosse».

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