Gli aerei «sotto i ferri»

Un Tornado sulle piste di Ghedi
Un Tornado sulle piste di Ghedi
Un Tornado sulle piste di Ghedi
Un Tornado sulle piste di Ghedi

Non c’è ovviamente nessuna traccia, nel Documento di programmazione pluriennale del ministero della Difesa, di bombe atomiche in Italia, nè a Ghedi nè altrove: per motivi pienamente comprensibili sotto l’aspetto militare, benchè controversi sul piano politico, tutta la partita è sempre stata tenuta segreta.

IL DOCUMENTO della difesa, tuttavia, include un capitolo che riguarda la «Capacità aerea non convenzionale» dei Tornado e dell’intera struttura del 6° Stormo: il programma prevede «l’aggiornamento della piattaforma avionica del Tornado e dei sistemi, equipaggiamenti di supporto a terra per decontaminazione equipaggi e per il mantenimento della capacità in ambiente degradato».

Il finanziamento garantito è di 45 milioni di euro da qui al 2019. Un programma che, con i suoi riferimenti nelle carte ufficiali a capacità «non convenzionali» e all’operatività in ambiente Cbrn (chimico, batteriologico, radiologico e nucleare), fa pensare che fra le righe ci sia qualcosa di non detto: un’ipotesi che circola è che questa «posta» di bilancio possa riguardare anche l’adeguamento dei Tornado alle bombe atomiche di nuova generazione, le B61/12, di cui le forze Nato si doteranno a partire del 2020, in sostituzione delle vecchie bombe B-61 attualmente in inventario.

Le notizie diffuse dall’amministrazione americana, rivelano trattarsi di un sistema d’arma nucleare tattico completamente nuovo, dotato di un sistema di guida digitale, che per il trasporto sui Tornado richiederebbe un programma di integrazione dell’elettronica di bordo. Ma anche questo dovrà rimanere «top secret» e a parlarne, senza informazioni certe, si rischia seriamente di prendere fischi per fiaschi. V.R.

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