Il MuSa archivia un 2018 ricco di soddisfazioni

di S.Z.
Il mueso  «MuSa» di Salò
Il mueso «MuSa» di Salò
Il mueso  «MuSa» di Salò
Il mueso «MuSa» di Salò

Oltre 100mila visitatori da quando ha aperto, nel giugno 2015, per un incasso di 860.672 euro. Sono i numeri contenuti nella relazione relativa al MuSa di Salò aggiornata del direttore Giordano Bruno Guerri che, per far quadrare i conti, riceve un contributo annuo dal Comune di 200mila euro. In merito alle iniziative recenti, l’anno scorso è stata aperta la sezione archeologica con i reperti prelevati dalle tombe della necropoli di epoca romana del Lugone, nella zona del viale Brescia, dove si trova l’istituto scolastico «Medi». La sezione ha accolto anche i pezzi di Anton Maria Mucchi. Il 9 dicembre ha chiuso la mostra Italianissima, un omaggio all’arte del Novecento. Un progetto realizzato col Museo ‘900 di Firenze, ideato dal critico Carlo Ludovico Ragghianti, in risposta alla catastrofica alluvione del 1966. I quadri sono usciti per la prima volta dalla città toscana. Oltre ai manifesti fascisti collocati nelle sale riguardanti la Rsi, giunti da una collezione privata dedicata alla propaganda fascista tra il 1922 e il ’45, per quattro mesi è stato esposto il violino di seta di ragno creato dal ricercatore Luca Alessandrini, a fianco degli altri strumenti della liuteria e del contrabbasso del 1590, creato da Gasparo, che la famiglia Biondo ha prestato al Comune in comodato gratuito. È stata aperta la sezione con i quattro graduali del Trecento, fino a poco tempo fa non fruibili. Grazie al contributo della Fondazione della Comunità Bresciana, e alla collaborazione dell’Università di Padova, si sono studiate le origini, i dati storici e iconografici di questo importante patrimonio. •

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