Il museo nel centro profughi
incassa il «sì» del Viminale

di Francesco Di Chiara
Una veduta  della caserma dismessa Serini di Montichiari che potrà ospitare al massimo 150 migrantiLa protesta inscenata domenica dai sindaci di centrodestra
Una veduta della caserma dismessa Serini di Montichiari che potrà ospitare al massimo 150 migrantiLa protesta inscenata domenica dai sindaci di centrodestra
Una veduta  della caserma dismessa Serini di Montichiari che potrà ospitare al massimo 150 migrantiLa protesta inscenata domenica dai sindaci di centrodestra
Una veduta della caserma dismessa Serini di Montichiari che potrà ospitare al massimo 150 migrantiLa protesta inscenata domenica dai sindaci di centrodestra

La caserma dismessa Serini non diventerà mai un hub nazionale per lo smistamento profughi: la capienza massima del centro di accoglienza rifugiati non supererà dunque i 150 posti, così come garantito dalla prefettura di Brescia. Parola di ministro degli Interni. Che per rafforzare la promessa ha dato il via libera a un progetto «creativo» ma che sta già facendo discutere, ovvero allestire in un padiglione dell’ex sito militare di Montichiari il Museo del volo. Lo spazio artistico andrebbe ad occupare «fisicamente» una parte della caserma così da impedire ampliamenti della zona dedicata ai richiedenti asilo.

A FARE CHIAREZZA sul futuro a breve e medio termine della struttura militare di Montichiari è stata una lettera inviata al sindaco Mario Fraccaro da Mario Morcone, Prefetto del ministero degli Interni, Capo del dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Il funzionario è la «voce» tecnica del ministro Angelino Alfano e la sua comunicazione ufficiale toglie ogni dubbio rispetto alla ventilata possibilità che il presidio si trasformasse progressivamente in un maxi centro di accoglienza.

Un’ipotesi alimentata dal fatto che il piano di accoglienza pubblicato sul sito del ministero dell’Interno prevedeva per la ex Serini una quota di ospitalità di 300 migranti. La circostanza era stata segnalata dal prefetto di Brescia Valerio Valenti a Mario Morcone che proprio attraverso la lettera ha voluto sgombrare il campo ai dubbi. «Mi sento in dovere di chiarire - si legge nella missiva recapitata al sindaco di Montichiari -, che il piano contestato è stato elaborato molti mesi fa, alla fine del 2015 e non conteneva, ovviamente tale intesa che abbiamo convenuto successivamente». Nella lettera c’è anche un passaggio che conferma quanto annunciato dal sindaco Fraccaro e dall’assessore alla Cultura Basilio Rodella, ovvero la nascita nell’ex caserma del «Museo del volo e dell’automobilismo». Un omaggio alla Fascia d’oro che nel 1921 ospitò il primo circuito automobilistico d’Italia. A questo proposito, Mario Morcone scrive di aver «già comunicato al Demanio la disponibilità ad utilizzare solo una parte del comprensorio, lasciando alla disponibilità del Comune di Montichiari per i propri progetti di sviluppo una consistente porzione del sito militare dismesso».

Un progetto di realizzazione di tale proposta è già stata inviata dall’assessore al Bilancio Renato Baratti sia al Prefetto di Brescia, Valerio Valenti, sia al Ministero degli Interni.

LA COMUNICAZIONE sulla capienza del centro di accoglienza che inizialmente e precisamente dal mese di luglio sarà costituito da una tendopoli allestita nel campo da calcio del presidio militare dismesso, potrebbe mitigare ma non spegnere le polemiche attorno al progetto di accoglienza previsto a Montichiari. I sindaci di centrodestra che domenica scorsa hanno manifestato, continuano a chiedere garanzie sul piano dell’ordine pubblico e della sicurezza.

A questo proposito, il prefetto di Brescia ha garantito la costituzione in via permanente di un Comitato per l’ordine e la sicurezza allargato a tutti i sindaci del tavolo inter-istituzionale per assicurare la massima collegialità istituzionale nella gestione del centro profughi.

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