Il sindaco va caccia del poker

di R.C.
Il sindaco Giuseppe Lama
Il sindaco Giuseppe Lama
Il sindaco Giuseppe Lama
Il sindaco Giuseppe Lama

Nel giorno di Carnevale gli hanno preparato una bara nella quale si è disteso, ricoperto dalle manciate di coriandoli lanciate dai concittadini nel lungo giro del carro «funebre» per le vie del capoluogo e delle frazioni. Ma il giorno successivo Giuseppe Lama, sindaco di Borgo San Giacomo, è tornato a nuova vita ed ha annunciato la decisione di ricandidarsi alla carica di primo cittadino. Una scelta non facile e a lungo ponderata dal sindaco uscente, che si accinge a tagliare il nastro del mezzo secolo di impegno amministrativo. Entrato giovanissimo in consiglio comunale, nel 1975, all’età di 19 anni, nelle file del Pci, Lama è stato in minoranza, opposto alla Dc, fino al 1990. Nella tornata successiva assessore ai lavori pubblici e poi ancora capogruppo di minoranza dal 1995 al 1999. Sindaco per due legislature, con le elezioni del 2009 è tornato all’opposizione, ma nel 2014 è stato rieletto alla guida del paese, a capo della lista civica «Per Borgo San Giacomo». La ricandidatura di Giuseppe Lama, geometra, padre di tre figli e nonno di cinque nipotini, era nell’aria. «La ritengo un atto d’amore per la mia comunità - commenta il sindaco uscente - Mi rendo conto del notevole impegno che vado nuovamente ad assumere, qualora la popolazione decidesse di riconfermarmi la fiducia per la quarta volta, ma il nostro Comune ha bisogno, in questa fase più che in altre, di avere dei punti di riferimento sicuri. Metto pertanto a disposizione della comunità il mio impegno, con i pochi pregi e i molti difetti, pronto - precisa il candidato - a fare un passo indietro di fronte a proposte alternative reali». La lista civica si è proposta come squadra affiatata, decisa ad obbedire alla parola d’ordine «lavoriamo tutti insieme per risolvere i problemi della popolazione e per migliorare Borgo San Giacomo. In paese c’è stato qualcuno che, commentando la mia decisione di ricandidarmi alle elezioni comunali, ha scritto e detto che voglio mantenere «la poltrona di sindaco - aggiunge Lama -. Ebbene inviterei costoro a sedersi, non per tanto, ma almeno per una quindicina di giorni, sulla mia poltrona, o su quella dei miei colleghi, poi ne riparliamo». •

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