Il velodromo
è sotto sequestro
giudiziario

di Valerio Morabito
I sigilli davanti  alla porta di ingresso  dell’impianto sportivo Il velodromo di Montichiari è da ieri off limits: i carabinieri hanno posto sotto sequestro la struttura
I sigilli davanti alla porta di ingresso dell’impianto sportivo Il velodromo di Montichiari è da ieri off limits: i carabinieri hanno posto sotto sequestro la struttura
I sigilli davanti  alla porta di ingresso  dell’impianto sportivo Il velodromo di Montichiari è da ieri off limits: i carabinieri hanno posto sotto sequestro la struttura
I sigilli davanti alla porta di ingresso dell’impianto sportivo Il velodromo di Montichiari è da ieri off limits: i carabinieri hanno posto sotto sequestro la struttura

Il velodromo di Montichiari è da ieri sotto sequestro. I sigilli alla struttura sono stati apposti dai carabinieri su disposizione della procura. Un fulmine per certi verso atteso che nulla a che fare però con il violento nubifragio dell’altra notte che avrebbe potuto aggravare la già cagionevole condizione di salute della copertura del velodromo congenitamente afflitta da infiltrazioni e umidità. Ma per certi versi la misura cautelare disposta dalla magistratura è legata alla sicurezza, o meglio alla presunta mancata sicurezza dell’im- pianto. Il sequestro preventivo è scattato perché stando agli inquirenti non sarebbero state rispettate le norme riguardanti il certificato di prevenzione incendi e in generale gli aspetti legati alla sicurezza della struttura. Le condizioni del velodromo insomma sono finite sotto la lente della procura. Poco più di un mese fa, proprio in considerazione delle delicate condizioni dell’im- pianto, era stato ultimato un check up da parte dei tecnici incaricati dal Comune. I tre mesi di monitoraggio avevano evidenziato «danni al telo impermeabile che consentono all'acqua di penetrare all'interno coinvolgendo anche l'isolante termico». I sensori installati per rilevare le vibrazioni e l’impermeabilità della cupola, tra l'altro, avevano portato alla luce «che il telo in pvc è di spessore limitato. Una circostanza che combinata con l'invecchiamento precoce dell’impianto, non permette di garantire la piena funzionalità. Come se non bastasse anche alcune saldature non sono state eseguite a regola d'arte», si legge tra l’altro nella relazione tecnica. Sulla scorta delle conclusioni della ricognizione, sul tavolo del sindaco Mario Fraccaro erano arrivate tre soluzioni che prevedevano la rimozione e lo smaltimento del- l’attuale copertura. La prima opzione realizzata con poliolefine e non ventilata ha un costo non inferiore ad 1,3 milioni di euro. La seconda, con poliolefine e ventilata, ha un costo di almeno 2 milioni di euro, mentre la terza, ventilata con lamina di alluminio, richiede un investimento minimo di 2,5 milioni. Soluzioni molto onerose e finanziariamente improponibili per il Comune che ha cercato e trovato sponda nella Regione e nel Governo per reperire i fondi necessari al profondo restyling del velodromo. Il termine ultimo per realizzare i lavori, secondo la relazione, è l'inverno 2018.

MA SECONDO la procura l’impianto non può essere utilizzato fino a quando non sarà allineato alle certificazioni di sicurezza. Ieri pomeriggio, fuori dal velodromo, bocche cucite tra ciclisti e allenatori che non si sono espressi sulla decisione giudiziaria. In un contesto del genere, però, c'è un grande punto interrogativo ed è legato ai campionati europei su pista juniores e under 23, che si dovrebbero svolgere dal 21 al 26 agosto. Probabile, a questo punto, che l'Unione europea di ciclismo decida di spostare la location dell'evento.

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