In mille per le strade di Ghedi: «No alla guerra, sì al disarmo»

di Flavio Marcolini
All’esterno dell’aerobase il picchetto dei manifestanti: nel mirino le armi atomiche FOTOLIVE/Alessio GuittiLo scrittore Aldo Busi non ha voluto mancare alla marcia FOTOLIVELe bandiere della pace assolute protagoniste del corteo FOTOLIVE
All’esterno dell’aerobase il picchetto dei manifestanti: nel mirino le armi atomiche FOTOLIVE/Alessio GuittiLo scrittore Aldo Busi non ha voluto mancare alla marcia FOTOLIVELe bandiere della pace assolute protagoniste del corteo FOTOLIVE
All’esterno dell’aerobase il picchetto dei manifestanti: nel mirino le armi atomiche FOTOLIVE/Alessio GuittiLo scrittore Aldo Busi non ha voluto mancare alla marcia FOTOLIVELe bandiere della pace assolute protagoniste del corteo FOTOLIVE
All’esterno dell’aerobase il picchetto dei manifestanti: nel mirino le armi atomiche FOTOLIVE/Alessio GuittiLo scrittore Aldo Busi non ha voluto mancare alla marcia FOTOLIVELe bandiere della pace assolute protagoniste del corteo FOTOLIVE

Flavio Marcolini Un migliaio di persone per le assolate strade di Ghedi. In marcia per dire no alle guerre, rispondendo all’appello di associazioni e movimenti pacifisti. Non si è vista Laura Boldrini, mentre ha compostamente sfilato lo scrittore Aldo Busi. Decine e decine le sigle che si presentavano volantinando già dalle 13 nella centralissima piazza Roma, da dove il corteo mezz'ora più tardi ha preso le mosse per un presidio davanti alla sede amministrativa della Rwm, ditta che produce ed esporta bombe in Arabia Saudita. In seguito i pacifisti sono tornati in piazza Roma, da dove con autobus e mezzi propri si sono recati al cancello principale della base militare. Qui la mobilitazione è proseguita fino al tramonto per denunciare «la presenza di 20 bombe atomiche B-61, presto sostituite dalle nuove B-61-12 all'idrogeno destinate a essere montate sui nuovi cacciabombardieri F35», ha spiegato Luigino Beltrami dell'associazione «Donne e uomini contro le guerre». Alfonso Navarra, segretario della Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola 40 anni fa, ha sottolineato la necessità di rilanciare il disarmo, mentre Fiorenzo Bertocchi di Rifondazione Comunista ha chiesto di diminuire le spese militari a vantaggio di quelle sociali. «Non possiamo restare indifferenti - ha spiegato Adriano Moratto del Movimento Nonviolento - soprattutto dopo che il 6 luglio scorso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - con 122 voti favorevoli, uno contrario e una astensione - ha approvato un trattato che vieta di testare, produrre, acquisire, possedere, trasferire e consentire la dislocazione di armi nucleari. Ora si tratta di imporre questo tema nella campagna elettorale». La mobilitazione disarmista a livello planetario in questi anni si è organizzato attorno ad Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2017 e presente in forze a Ghedi, così come altre sigle storiche del movimento: i sindacalisti dell'Usb e dell'Usi, il Comitato dal Molin di Vicenza, il Mir e Pax Christi e il Comitato per la Pace alle Donne in Nero. «Erano anni che non vedevo in paese una manifestazione tanto folta - racconta il ghedese Angelo Bindoni - e questa stavolta ci sono anche numerosi miei concittadini, una novità assoluta, mentre continua a latitare il Comune». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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