Istituto superiore
della Sanità sul
caso di meningite

L’Istituto superiore della Sanità sta analizzando la coltura batterica
L’Istituto superiore della Sanità sta analizzando la coltura batterica
L’Istituto superiore della Sanità sta analizzando la coltura batterica
L’Istituto superiore della Sanità sta analizzando la coltura batterica

I campioni di sangue e liquido spinale del giovane studente di Robecco colpito nei giorni scorsi dalla sepsi meningococcica sono da ieri all’esame dell’Istituto superiore della Sanità di Roma. Spetterà ai laboratori della capitale tipizzare il batterio. Il test ha un mero valore statistico sul fronte epidemiologico considerato che gli accertamenti eseguiti prima all’ospedale di Manerbio dove da domenica è ricoverato il 19enne e dal Centro regionale di referenza per le malattie infettive di Milano che ha eseguito un supplemento di analisi, non ci sono dubbi: si tratta di meningite. Se di tipo C, il ceppo più diffuso e contagioso o B, batterio decisamente più raro, spetterà all’Istituto superiore della Sanità stabilirlo anche se l’indentificazione dell’agente infettivo non inciderà nè sulla terapia in grado di sconfiggere entrambi i tipi di batteri, nè la campagna di profilassi completata in poche ore dalla rete sanitaria dell’Ats di Brescia. Le persone sottoposte a terapia antibiotica sono state complessivamente 63, i compagni di classe del liceale che frequenta il Pascal di Manerbio, gli insegnanti, gli amici più stretti e familiari. I rischi di casi secondari, ovvero di contagio sono praticamente azzerati.

NEL FRATTEMPO migliorano le condizioni dello studente come emerge dal bollettino medico del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Manerbio. Ieri il ragazzo è tornato a mangiare. Non presenta più febbre e sotto la spinta della terapia antibiotica mirata, anche lo stato flogistico - ossia l’infiammazione provocata dall’infezione -, sta regredento rapidamente. L’aspetto più importante è che la patologia non ha lasciato dietro di strasichi di natura neurologica, uno dei rischi principali legati alla meningite. Il paziente è insomma fuori pericolo. La campagna di informazione promossa dalla scuola e dal distretto sanitario di Leno sotto l’egida dell’Ats di Brescia ha contribuito a non creare allarmismo fra le famiglie dei ragazzi che frequentano l’istituto superiore «Pascal». Anche ieri non si sono registrate assenze superiori alla media che potessero far pensare a un effetto psicosi. Ha insomma funzionato in modo incisivo il protocollo di allerta sanitaria scattato lunedì pomeriggio subito dopo la diagnosi di meningite. Lo studente aveva inizialmente manifestato i sintomi di una banale influenza. Poi, nella notte di domenica, le sue condizioni sono peggiorate. La febbre è diventata altissima accompagnata da vomito, emicrania feroce e senso di torpore.

I genitori del ragazzo, la mamma infermiera caposala all’ospedale di Manerbio e il papà tecnico di laboratorio, hanno immediatamente capito la gravità della situazione e senza indugiare hanno accompagnato il figlio al pronto soccorso di Manerbio dove è stata diagnosticata e curata l’infezione. R.PR.

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