L’abbraccio alpino al reduce «andato avanti»

di Francesco Di Chiara
L’arrivo del feretro in Duomo accolto dai gruppi alpini
L’arrivo del feretro in Duomo accolto dai gruppi alpini
L’arrivo del feretro in Duomo accolto dai gruppi alpini
L’arrivo del feretro in Duomo accolto dai gruppi alpini

«Una vita che sia da esempio per le giovani generazioni», desiderio e speranza espressi da tanti che ieri mattina a Montichiari hanno partecipato ai funerali dell’alpino Rino Dal Dosso, 96 anni, l’ultimo reduce della campagna di Russia, il cui cuore si è fermato tre giorni fa. Negli ultimi anni si era speso a raccontare nelle scuole la sua odissea nella seconda guerra mondiale. UN DUOMO strapieno di amici, conoscenti ed alpini di ben 45 gruppi ha accolto il feretro di Rino, la cui storia è stata ricordata con emozione dal nuovo parroco don Cesare Cancarini. «Ha donato la sua gioia di vivere agli altri - ha detto don Cesare - consapevole delle sofferenze subite, ma anche di essere stato fortunato per quella consapevolezza interiore simile ad un sogno che era certo di poter vivere per dare il suo contributo per un mondo migliore». Così come scrisse la giuria del TalentGold nel dicembre 2013 quando consegnò a Rino Dal Dosso l’onorificenza con la motivazione di «Reduce della campagna di Russia, durante la quale ha vissuto tutte le pagine della tragica ritirata alpina, non si è chiuso nel solo ricordo soggettivo ma ha cercato di trovare stimoli nuovi per vivere il futuro, suo e della Comunità di Montichiari». Sentimento espresso anche dal sindaco Mario Fraccaro, presente al funerale con la giunta: «Il nostro caro Rino non mancava mai alle celebrazioni delle feste fondanti della Repubblica ed era richiesto sempre più spesso nelle scuole per portare la sua lucida testimonianza di soldato inviato nelle fredde lande dell’Unione Sovietica da cui tornò provato nel fisico, ma non nell’animo. La sua dipartita lascia un vuoto in tutta la nostra comunità, ma il suo insegnamento deve continuare ed essere tramandato ai giovani affinché mai più si ripetano orrori come quelli da lui visti e vissuti». Decine i vessilli dei gruppi alpini presenti, che si sono levati verso il cielo quando il presidente Gianbattista Turrini ha recitato la Preghiera dell’Alpino. I cori della Brigata Tridentina di Varese e Alte Cime di Calcinato hanno alzato il livello di emozione con il canto «Il Signore delle Cime». Forte la commozione anche per la moglie di Rino, Teresa, che sedeva in prima fila, accanto al feretro, con i figli Gabriele, Mariella, Claudio e Adelina, i nipoti, i pronipoti. «Ti ricorderemo sempre come esempio per le nuove generazioni» hanno scritto gli Alpini di Acquafredda. •

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