La salita al Redentore sulle orme di Paolo VI

di Marta Giansanti
Il pellegrinaggio dell’anno scorso al Redentore sul Monte Guglielmo
Il pellegrinaggio dell’anno scorso al Redentore sul Monte Guglielmo
Il pellegrinaggio dell’anno scorso al Redentore sul Monte Guglielmo
Il pellegrinaggio dell’anno scorso al Redentore sul Monte Guglielmo

Alla fine dell’Ottocento, Papa Leone XIII propose la costruzione di 19 monumenti al Redentore su altrettante vette delle montagne italiane come omaggio ai 19 secoli appena trascorsi nella fede in Cristo. Il Monte Guglielmo, tra tutte le cime lombarde, venne scelto grazie alla sua «conformazione molto simile ad un immenso piedistallo naturale», e proprio lì, a 1950 metri di altitudine, sull’imponente spartiacque tra la Valle Trompia e il Sebino, eressero il monumento. Era il 1902 e da allora centinaia di bresciani si recano ogni estate in pellegrinaggio verso quello che - è l’augurio di Cesare Giovanelli, presidente dell’Associazione Culturale Redentore - prima o poi diverrà un santuario. L’appuntamento per il 106° pellegrinaggio su quella che viene definita la «montagna di papa Paolo VI» è domenica alle 10 al rifugio Almici. A Alle 10.15 oltre ai saluti delle autorità verrà inaugurata la mostra fotografica, a cura di Alberto Contessi, a testimonianza della posa della statua dedicata a papa Montini - e benedetta da san Giovanni Paolo II- la cui canonizzazione è attesa a ottobre. «Da bambino papa Montini era presente all’inaugurazione del monumento al Redentore e noi non possiamo che considerare il monte Guglielmo il luogo montiniano più significativo dell’intero territorio bresciano», ha spiegato don Adriano Bianchi. La scalata verso la vetta partirà alle 10.30, all’arrivo verrà officiata la messa dal vescovo monsignor Pierantonio Tremolada con la concessione dell’indulgenza plenaria. Ad accompagnare la funzione il Coro della montagna di Inzino, il più antico coro di canti popolari fondato nel 1953. «L’obiettivo è di far conoscere e dare maggiore risalto al nostro monte: la natura ci ha concesso di disporre di un’emozione infinita, di un paesaggio suggestivo e noi dobbiamo sdebitarci prendendoci cura di essa esaltandola e rendendola meta di un numero sempre maggiore di pellegrini e appassionati di montagna», ha esortato il presidente Giovanelli. Attualmente la cima della montagna assiste al passaggio di circa 60 mila persone ogni anno, mentre sono più di mille i pellegrini che giungono sulla vetta nel giorno della Festa del Redentore, tornando con la memoria al 4 ottobre del 1998, giorno in cui «avvolti dalla nebbia e bagnati dalla forte pioggia» venne inaugurata la statua al pontefice bresciano. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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