«La tragedia di Nicole ci ha lasciati nel buio»

di Valerio Morabito
Assiepate sul sagrato della chiesa maestre e intere famiglie per porgere l’ultimo bacio a NicoleI genitori della bimba Alessandra e Mattia dietro il corteo funebreFOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA Il volo dei palloncini bianch all’uscita del feretro FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA
Assiepate sul sagrato della chiesa maestre e intere famiglie per porgere l’ultimo bacio a NicoleI genitori della bimba Alessandra e Mattia dietro il corteo funebreFOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA Il volo dei palloncini bianch all’uscita del feretro FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA
Assiepate sul sagrato della chiesa maestre e intere famiglie per porgere l’ultimo bacio a NicoleI genitori della bimba Alessandra e Mattia dietro il corteo funebreFOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA Il volo dei palloncini bianch all’uscita del feretro FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA
Assiepate sul sagrato della chiesa maestre e intere famiglie per porgere l’ultimo bacio a NicoleI genitori della bimba Alessandra e Mattia dietro il corteo funebreFOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA Il volo dei palloncini bianch all’uscita del feretro FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA

Potrebbe aver interpretato il pensiero di tante persone don Arturo Balduzzi; il sentire di chi si è interrogato su un dramma davvero difficile da accettare. Ieri non ha esitato ad affermare che «la superficialità degli uomini ha gettato Nicole nelle tenebre della morte», e riproponendosi in un ruolo già visto in questi giorni, in quello del funerale della piccola il parroco di Gottolengo non ha usato giri di parole per tentare di descrivere il contesto in cui potrebbe essere avvenuta la dolorosissima scomparsa di Nicole Zacco. IERI pomeriggio, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo riempita da una folla commossa, il religioso non ha esitato a puntare l’indice sui presunti tragici errori dei medici che hanno avuto come conseguenza la morte di una bambina di 4 anni, scomparsa il 5 aprile nell’ospedale civile di Brescia dopo un intervento chirurgico d’urgenza disposto per fronteggiare le complicazioni di una infezione innescata da una otite. Non ci sono parole adatte per descrivere la disperazione di una famiglia e la tristezza di una comunità, e le scelte ufficiali, come quella di dichiarare ieri il lutto cittadino, hanno offerto solo un contorno dovuto al dolore. Un drappo nero è stato legato al tricolore che sventola dal palazzo comunale, mentre alle 14.15 i giovanissimi compagni di scuola di Nicole sono usciti tutti insieme dall’Istituto «Pietro Caprettini» per raggiungere la chiesa parrocchiale e salutarla. Una processione silenziosa e tristissima: accompagnati dalle maestre e dai genitori, i bambini portavano in mano un fiore bianco e si sono accomodati nelle prime file, a pochi metri dalla bara bianca. CON L’INIZIO della funzione è arrivato il momento di lasciar andare liberamente i sentimenti, e gli sguardi ingrigiti di tanti si sono mescolati ai volti rigati dalla lacrime di altri: anziani, bambini, adulti e carabinieri. Tutta la sofferenza compressa di una comunità è esplosa e non c’è stato più spazio per le parole; solo per il silenzio e per il pianto. Anche il parroco ha faticato, lottando contro l’emozione, per dare una lettura di questa storia tristissima. Nella sua omelia don Balduzzi non ha nascosto che avrebbe voluto «fuggire per pregare in silenzio, piuttosto che esprimere con le parole il dolore il quale, per natura, si manifesta attraverso gli abbracci o calorose strette di mano». Invece è riuscito a sintetizzare il sentimento dell’intero paese. «Da giovedì 5 aprile Gottolengo è diventato un luogo buio - ha affermato -; è come se fosse arrivata una eclissi totale. Da quel momento brancoliamo nelle tenebre, la vita sembra aver perso il suo significato. Mille domande e mille ipotesi ci hanno tormentato». SONO STATI giorni di profonda sofferenza per tutto il paese e in particolare per i genitori della piccola: «Ogni mattina, in questi ultimi giorni - ha ricordato il religioso, rimasto sempre a fianco della famiglia prostrata da un lutto inaccettabile - la mamma Alessandra ha detto a Nicole: svegliati, piccola mia. È ora di alzarti, ti aspettano i tuoi amici della scuola materna e le maestre. Perchè non ti alzi?». «Desideravi ogni giorno vedere i tuoi piccoli amici - ha concluso il parroco ricordando la voglia di vivere della piccola -, e sognavi di diventare una dottoressa. Adesso, grazie alla donazione dei tuoi organi altre persone potranno avere un futuro». •

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