Ladri di biciclette
La denuncia on line
ha dato i suoi frutti

È una storia a metà strada tra tecnologia, indagini autogestite in rete e «tradizionali» e lieto fine conclusivo quella che accompagna la storia recente della bicicletta rubata al covatese Luca Battel.

Nei giorni scorsi «Bresciaoggi» aveva dato notizia del furto della due ruote avvenuto appunto a Castelcovati alla fine di gennaio. Era stato lo stesso derubato a sfogarsi attraverso Facebook pubblicando anche alcuni fotogrammi ripresi dalle telecamere di casa sua che mettevano in nostra un uomo mentre si impossessava del mezzo lasciato all’interno del cortile della casa di Battel.

La storia per immagini del furto ha fatto rapidamente il giro del web, e altrettanta attenzione è stata raccolta nelle ore e nei giorni successivi dalle numerose denunce «on line» sollecitate probabilmente dopo questa prima condivisione. Forse anche per questo la polizia locale ha deciso di mettercela tutta ricercando con un impegno esemplare le tracce del ladro.

«Alla fine la bici, una city bike non di pregio - spiega Battel - è saltata fuori per davvero. Mi hanno suonato al campanello di casa e non ci credevo: un agente mi chiedeva di descrivergli la mia proprietà. Gli ho ribadito che la mia amarezza era più che altro per il fatto di aver avuto gente in casa, ma lui mi ha risposto che se ne sarebbero occupati a partire da questa sorta di identikit. In effetti c’era anche un pupazzetto di mia figlia attaccato al telaio, e con sorpresa poco dopo mi hanno chiamato per chiedermi la denuncia dei carabinieri e ritirare così la mia due ruote».

IL LADRO, un immigrato di origine marocchina, è stato individuato per le vie del paese proprio in sella al mezzo rubato. Un’ultima sorpresa: «Era intatta, persino con il pupazzetto e il seggiolino che avevo messo per mia figlia - spiega il covatese -, e quando ho chiesto agli agenti come mai non fosse stata camuffata la risposta è stata disarmante. Il ladro avrebbe detto loro che lavora di notte e che per questo non ha avuto il tempo necessario per modificare l’aspetto di ciò che aveva rubato». M.MA.

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