Longhena, niente più medico I pazienti costretti a emigrare

di Riccardo Caffi
Piazza  Chiesa e sullo sfondo l’edificio che ospita l’ambulatorio
Piazza Chiesa e sullo sfondo l’edificio che ospita l’ambulatorio
Piazza  Chiesa e sullo sfondo l’edificio che ospita l’ambulatorio
Piazza Chiesa e sullo sfondo l’edificio che ospita l’ambulatorio

L’ambulatorio comunale di Longhena è chiuso. Il medico di base, Maria Juana Sorrentino, dottoressa mantovana che per quattro mattine a settimana era a disposizione dei 580 abitanti del piccolo Comune della Bassa, il 28 febbraio ha terminato il servizio ed è tornata nella città natale. Tenuto conto che oltre un terzo della popolazione supera i 60 anni, e che molti anziani avrebbero più di una difficoltà a muoversi, il sindaco Giancarlo Plodari si è subito rivolto al direttore generale dell’Ats Carmelo Scarcella e alla responsabile del Distretto di Programmazione 2 Elena Belli per ottenere un nuovo medico di base. Purtroppo finora a Longhena non è stato però nominato alcun sostituto. Così insieme all’ambulatorio rimane chiusa anche la parafarmacia, attiva esclusivamente in funzione della presenza del medico. Costretti a passare in carico a un nuovo dottore e non potendo scegliere nei comuni vicini i sanitari con massimale pieno, o bloccato, gli abitanti del piccolo centro hanno fortunatamente trovato la disponibilità di due medici di famiglia, che hanno già in carico un buon numero di mutuati a Barbariga, Dello e Mairano e che svolgono orario di ambulatorio in questi paesi, distanti 3 o 5 chilometri da Longhena. Il servizio del medico di base, dunque continua a essere garantito, ma per visite e ricette i pazienti che prima si recavano all’ambulatorio in piazza ora devono spostarsi fuori paese. «IL NOSTRO è un piccolo Comune, abitato da persone in gran parte di una certa età, per le quali è disagevole raggiungere altre sedi - osserva il sindaco Giancarlo Plodari - tanto più che siamo privi di una rete di trasporto che ci colleghi ai paesi vicini». Il sindaco e la sua popolazione sarebbero felici di avere i due nuovi medici a Longhena, almeno per due mattine a settimana. «Nessuno, tanto meno il sindaco, può obbligare i medici a venire a visitare i loro pazienti a Longhena, ma ci sentiamo di rivolgere loro un caldo invito soprattutto per riguardo nei confronti degli anziani – aggiunge Plodari - L’ambulatorio comunale è a disposizione dei dottori, senza alcuna spesa di affitto. Devono solo aprirlo». NEL FRATTEMPO in paese sono in tanti a non averla presa bene. A partire da un anonimo corvo, che nei giorni scorsi, memore anche della recente chiusura dello storico alimentari di piazza Chiesa, si è cimentato in un ironico annuncio mortuario. L’intestazione: «È mancato all’affetto dei suoi cari il Comune di Longhena». Sotto accusa a vario titolo la vecchia e la nuova amministrazione, i dipendenti comunali, il gruppo di organizzatori della «Festa in Biolcheria» e alcune pazienti del medico «restituito al mittente». Che si tratti del ritorno del misterioso Zorro, che ciclicamente colpisce con lettere e missive al veleno? • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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