«Macello dell’orrore»
di Ghedi, il sindaco:
non accadrà mai più

di Milena Moneta
Gli animalisti   hanno indossato delle t-shirt «griffate» per protesta  Sala gremita per il Consiglio comunale sul caso dell’«Italcarni»
Gli animalisti hanno indossato delle t-shirt «griffate» per protesta Sala gremita per il Consiglio comunale sul caso dell’«Italcarni»
Gli animalisti   hanno indossato delle t-shirt «griffate» per protesta  Sala gremita per il Consiglio comunale sul caso dell’«Italcarni»
Gli animalisti hanno indossato delle t-shirt «griffate» per protesta Sala gremita per il Consiglio comunale sul caso dell’«Italcarni»

L’annunciata pacifica «occupazione» del municipio di Ghedi non c’è stata. Non tanto, o meglio non solo, perchè ieri sera gli animalisti si sono presentati a ranghi ridotti al presidio promosso per protestare contro il «macello degli orrori» come è stata ribattezzata l’Italcarni, l’azienda travolta da un’inchiesta giudiziaria per maltrattamento di animali e contaminazione della carne. A raffreddare la tensione è stato soprattutto l’incontro fra il sindaco Lorenzo Borzi e il presidente del Partito protezione animali Fabrizio Catelli, prima della seduta del Consiglio comunale. Borzi è tornato a prendere le distanze dalle torture inflitte dai bovini, documentate dalle indagini e diffuse in esclusiva dal reportage della giornalista Giulia Innocenzi. E per trasformare le parole in fatti, il sindaco ha affidato al Ppa la stesura di una bozza di regolamento comunale per la tutela degli animali, con l’obbiettivo di far diventare Ghedi un Comune «pet-care». Il prologo a «porte chiuse» ha tolto un po’ di mordente alla seduta del Consiglio comunale andata in scena in una sala gremitissima. La presenza delle telecamere de Il Fatto Quotidiano tv ha bloccato per qualche minuto i lavori in quanto il presidente Luca Mostarda, in assenza di un regolamento relativo alle riprese, riteneva di vietare le riprese. Ne è nata una discussione sulla trasparenza e la libertà concessa dalla Costituzione che alla fine ha indotto a fare marcia indietro all’esecutivo.

UN ALTRO INTOPPO è arrivato quando Borzi ha chiamato in causa l’onorevole Claudio Cominardi, presente in sala, accusandolo di «falsità» in riferimento a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato del M5S. Cominardi, che non ha avuto la possibilità di replicare è tornato ad accennare alla «al conflitto di interessi del sindaco cognato del titolare della Italcarni». Poi, il vicesindaco Vittorio Damiani, in risposta all’interpellanza di tutte le opposizioni, ha informato che la Giunta ha dato mandato all’avvocato Andrea Puccio, dello Studio Perroni, per valutare la costituzione di parte civile e la richiesta di eventuali risarcimenti. Ha assicurato che la ditta Sarca che gestisce le mense comunali non si è mai fornita all’Italcarni, ma non ha potuto indicare dove la carne viene commercializzata. Il Partito protezione animali ha inscenato un sit in ma il clima sembra che ormai si sia rasserenato.

«Lorenzo Borzi si è scusato di alcune affermazioni denigratorie nei confronti delle persone che trattano gli animali come persone - osserva Catelli -. Penso che possa nascere qualcosa di positivo dalla collaborazione avviata con la stesura della bozza di regolamento per la tutela degli animali».

Suggerimenti