Macogna, il sindaco
«Si poteva fare di più»

di Paolo Tedeschi
Una delle tante manifestazione dei mesi scorsi contro la discaricaIl sindaco Cristina Bellini
Una delle tante manifestazione dei mesi scorsi contro la discaricaIl sindaco Cristina Bellini
Una delle tante manifestazione dei mesi scorsi contro la discaricaIl sindaco Cristina Bellini
Una delle tante manifestazione dei mesi scorsi contro la discaricaIl sindaco Cristina Bellini

«Una diffida è un passo avanti, ma davvero il minimo: dalla Provincia ci aspettavamo molto di più visto che in caso di pericolosità o dannosità dell’attività esercitata o nei casi di accertate violazioni del provvedimento stesso, l’autorizzazione provinciale all’impianto Drr prevede esplicitamente che il Broletto possa procedere non solo alla diffida, ma anche alla sospensione o alla revoca dell’autorizzazione»: è tranchant il commento al provvedimento del sindaco di Berlingo Cristina Bellini e degli attivisti del comitato spontaneo che da mesi si oppongono strenuamente alla discarica della Macogna.

«Noi avevamo chiesto al Broletto di procedere almeno alla sospensione» ha aggiunto Bellini.

IL DIRIGENTE della Provincia Giovanmaria Tognazzi ha invece diffidato la Drr «a proseguire l’attività di smaltimento rifiuti nell’impianto della Macogna in quanto in contrasto con le condizioni e prescrizioni dettate dall’autorizzazione rilasciata il 10 luglio 2013 e con la normativa ambientale vigente», riservandosi anche «ulteriori provvedimenti, se necessari all’esito degli accertamenti in corso da parte della Procura» e demandando al Comune di Cazzago «la predisposizione di un’apposita ordinanza a carico del soggetto responsabile per le operazioni di rimozione, avvio al recupero/smaltimento dei rifiuti in argomento». Sottolineando, tra l’altro, che «i referti delle analisi chimiche effettuate sulle «scorie di fusione» prelevate da tre mezzi in ingresso alla discarica, nonché gli esiti di revisione delle analisi richieste dai titolari, accertano il supero del parametro molibdeno valore limite di 0,05 mg/l nelle aliquote denominate A e B di ciascun campione».

Dall’11 settembre l’area interessata dallo smaltimento dei rifiuti è sottoposta a sequestro e da allora l’attività di conferimento dei rifiuti è completamente ferma, mentre l’area servizi e gli altri bacini dell’impianto sono stati dissequestrati il 28 settembre dal pm Silvia Bonardi così da consentire la prosecuzione delle indagini e dei sopralluoghi da parte dei consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) e di parte (Ctp), tra cui il Ctu del Tar Laura Longoni. Già, perché parallelamente alle indagini della Procura sui rifiuti conferiti, sull’autorizzazione rilasciata alla discarica Drr dalla Provincia e l’esito positivo della procedura di valutazione di impatto ambientale (Via) da parte della Regione pende il ricorso avanzato dai Comuni interessati, Berlingo, Cazzago, Travagliato e Rovato.

È NOTIZIA di queste ore che il Tar ha anticipato dall’8 giugno al 23 marzo l’udienza di merito, durante la quale si discuterà anche del circostanziato studio del Ctu Longoni sulla bontà tecnica del progetto di discarica Drr alla luce delle emergenze istruttorie in tema di pozzi idrici (una ventina di pozzi privati a uso potabile zootecnico circostanti l’Ateg 14 potenzialmente esposti alla migrazione di inquinanti in falda) sollevate in gennaio dall’Asl.

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