Medicinali e taglio della coda: la suinicoltura sulle barricate

di Claudio Andrizzi
Per la suinicoltura bresciana  nuove sfide da norme e concorrenza
Per la suinicoltura bresciana nuove sfide da norme e concorrenza
Per la suinicoltura bresciana  nuove sfide da norme e concorrenza
Per la suinicoltura bresciana nuove sfide da norme e concorrenza

Un confronto a tutto campo per creare un percorso condiviso sul futuro della suinicoltura italiana: questo l’obbiettivo dell’incontro con un centinaio di operatori di filiera organizzato ieri da Coldiretti Lombardia nella sede bresciana di via San Zeno, alla presenza del sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti. AL CENTRO le normative sul benessere animale, con particolare riferimento al taglio della coda, su cui l’Unione Europea chiede alle aziende l’avvio di una sperimentazione per verificare la possibilità di un superamento della pratica. «Su questo fronte chiediamo che le norme siano applicate su tutto il territorio nazionale, concedendo le giuste tempistiche - ha dichiarato il presidente provinciale e regionale dell’organizzazione, Ettore Prandini -. Soprattutto occorre poi che le regole siano rispettate da tutti gli Stati membri». Significativa anche la situazione dell’utilizzo dei farmaci negli allevamenti: «Come sistema Paese - ha detto Prandini - dovremmo impegnarci di più a livello europeo affinché la registrazione del farmaco sia uguale per tutti: perché ancora oggi in molti Stati membri questo obbligo non c’è. In Italia vengono registrate tutte le procedure, in altri Paesi questo non avviene. Il risultato è che l’Italia rischia di apparire come un Paese con alto utilizzo di farmaci, ma questo non è vero». Preoccupante anche il tema della peste suina: «Abbiamo un problema di carattere comunitario per questa patologia – ha detto ancora Prandini-. Occorre porre grande attenzione ai veicoli che fanno trasporti, bloccando l’importazione di animali provenienti da Paesi come Polonia e Romania che hanno ora questo problema. Dobbiamo tutelarci come altri hanno preteso da noi, quando avevamo il problema della vescicolare. Ma attenzione: si sa che il veicolo della peste sono i cinghiali, e noi siamo in una situazione in cui non possiamo intervenire nell’abbattimento. Servirebbe da parte del Ministero della Sanità un provvedimento nazionale per il contenimento come in Germania o Belgio, sarebbe un grande passo avanti soprattutto per la Lombardia dove la suinicoltura rappresenta un comparto zootecnico fra i più i più significativi». TANTI I TEMI sul tavolo, sui quali il sottosegretario Fugatti, accompagnato dal direttore generale del ministero della Salute, Silvio Borrello, ha annunciato la disponibilità a un’azione sinergica: «Ogni scelta fatta da questo Governo deve nascere dal dialogo - ha detto -. Bisogna andare verso una maggiore qualità, un maggiore controllo per la difesa del prodotto made in Italy, ma questa garanzia per il consumatore deve viaggiare su un sistema binario di reciprocità per i prodotti che entrano nel nostro Paese. Le regole devono valere per tutti. I cinghiali? Le indicazioni avute saranno prese in considerazione dal Ministero: di fronte ad un rischio come questo ne va della sostenibilità del settore quindi bisogna senz’altro fare di più». Sul taglio coda si è inoltre convenuto l’avvio di una verifica a breve su 50 aziende che aderiranno volontariamente ad un progetto per un percorso virtuoso condiviso tra Ministero e Regione Lombardia. •

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