Micro-frane nella ex discarica: scatta un altro piano di copertura

di Valerio Morabito
Cava Verde: la necessità di coprire il bacino  è sempre più impellente
Cava Verde: la necessità di coprire il bacino è sempre più impellente
Cava Verde: la necessità di coprire il bacino  è sempre più impellente
Cava Verde: la necessità di coprire il bacino è sempre più impellente

Nonostanti gli sforzi e le risorse profusi dal proprietario del sito, la copertura e messa in sicurezza definitiva della discarica dismessa Cava verde di Montichiari si complica di giorno in giorno. Anche perchè con il passare del tempo, come si legge nella relazione depositata dai gestori in Comune, si sono verificati «fenomeni di franamenti, che hanno fatto strabordare i rifiuti, oltre la quota concessa». A2A, CHE HA GESTITO l'impianto, ha presentato in Provincia una modifica non sostanziale per la chiusura e futuro ripristino del sito. Un intervento, da parte della multiutility bresciano-milanese, fondamentale e da realizzare in tempi brevi in quanto, «nelle zone di massima pendenza si sono posati almeno 30 centimetri di conglomerato bituminoso di cava prelevato dall’area di stoccaggio inerti presente nell’insediamento». «Questo materiale - sempre secondo A2A - è franato in diverse parti dell'impianto e ciò ha comportato, in alcune zone, un innalzamento volumetrico rispetto al progetto autorizzato nel corso degli anni». Come se non bastasse, in alcune zone di Cava verde, «sono riaffiorati rifiuti». Per questo motivo A2A ha chiesto di «variare il profilo finale autorizzato della discarica per progettare un nuovo profilo di fine conferimento rifiuti. In questo modo si ottiene il vantaggio di evitare una inutile e laboriosa ricollocazione interna di materiali (inclusi eventuali rifiuti rinvenibili) in altre aree della discarica in cui vi sono volumi disponibili». Se non si dovesse intervenire in questo modo, ha messo in evidenza A2A, potrebbero esserci «impatti olfattivi dovuti alla movimentazione dei rifiuti». Operazioni, però, che non dovrebbero spingere la multiutility a chiedere un «incremento del volume massimo di conferimento dei rifiuti già autorizzato che rimarrà invariato e pari a 3.530.000 metri cubi». In vista dei lavori di chiusura dell'impianto è necessario realizzare un nuovo strato di drenaggio del biogas, che A2A vorrebbe realizzare con conglomerato bituminoso e sabbia mista per una quantità di 20 mila metri cubi. «In particolare – ha specificato A2A - il materiale che si intende utilizzare nella discarica di Montichiari, è quello in arrivo dall'impianto Materie prime alternative di Cologne». Si è riaperta, dunque, la storia intorno a Cava verde. Neanche un anno fa il Comune aveva vinto il braccio di ferro con A2A imponendo che la copertura venga eseguita con rifiuti vegetali e agricoli e non più, come previsto, con il deposito di scarti di acciaieria, miscele di materiali fini provenienti dal lavaggio di inerti di cava e altri prodotti con la previsione di un contenuto variabile di Pcb. La palla passa ora al Comune che dovrà decidere se affidare o meno al vaglio della commissione speciale discariche la proposta di A2A. •

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