Montirone piange
Bussi sindaco
per 30 anni

di Milena Moneta
Guido Bussi aveva 63 anni Il sindaco di Montirone durante una cerimonia con Paolo Corsini
Guido Bussi aveva 63 anni Il sindaco di Montirone durante una cerimonia con Paolo Corsini
Guido Bussi aveva 63 anni Il sindaco di Montirone durante una cerimonia con Paolo Corsini
Guido Bussi aveva 63 anni Il sindaco di Montirone durante una cerimonia con Paolo Corsini

Era il sindaco bresciano per antonomasia. Non tanto o meglio non solo per i suoi sei mandati consecutivi alla guida di Montirone, un record di «longevità» amministrativa senza precedenti in provincia. Guido Bussi incarnava lo spirito del «primo cittadino», l’istituzione punto di riferimento della comunità nei momenti difficili. Ecco perchè il vuoto lasciato dalla sua morte avvenuta a 63 anni nella notte tra domenica e lunedì, è profondo e trasversale ad ogni schieramento politico di ieri e di oggi.

MONTIRONE gli aveva affidato la guida del Comune nel 1975, quando aveva solo 31 anni. Poi cinque legislature consecutive fino al 2004, quando la nuova legge gli impedì di ricandidarsi. Si candidò allora come consigliere comunale ottenendo un consenso plebiscitario. Uscito di scena aveva continuato a seguire con passione e dinamismo il sociale, fino a sei mesi fa, quando gli era stato diagnosticato un tumore. Ha combattuto con coraggio e grande forza d’animo, poi ha dovuto arrendersi. La sua famiglia era originaria di Valle di Saviore, ma Guido Bussi, nato a Borgosatollo, ha sempre vissuto a Montirone. Persona intelligente e pragmatica è stato egretario provinciale del Pci dal 1986 al 1988, e per quasi dieci anni, dal 1995 al 2004, ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Acb, associazione dei Comuni bresciani, ottenendo grandi risultati. Grazie al suo impegno diplomatico, l’Acb riuscì a sedersi tavoli istituzionali regionali e nazionali. In quelle sedi Bussi cercava di fare comprendere l’importanza dei sindaci nella gestione del territorio. Sei anni fa si era trasferito nel cremonese con l’ultima moglie Paloma. Lì aveva continuato il suo impegno come presidente dell’Auser e portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore. Profondamente addolorata Serafina Bandera che aveva condiviso con lui l’attività amministrativa per parecchi anni prima di diventare a sua volta sindaco.

«ERA UNA PERSONA molto colta e preparata, decisionista e determinato, a volte spigoloso, ma aveva una dote rara: la capacità di una visone globale del paese, che amava moltissimo, di guardare avanti, di avere uno sguardo lungo sulle cose. Ha dotato Montirone di tutti i servizi che ancora ci invidiano, dall’asilo nido alla piazza, dalla scuola media alle piste ciclabili. Ha preso in mano un piccolo paesino e gli ha dato dimensione e identità, dedicandogli anima e corpo e trascurando anche gli affetti privati. Una grande persona». La camera ardente è allestita nella sala civica del Comune, in piazza Manzoni, dove domani alle 15 si svolgerà una cermonia di commiato laica. L’orazione funebre sarà affidata a al senatore Paolo Corsini.

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